Con menopausa precoce si intende la cessazione permanente delle mestruazioni prima dei 40 anni ed è un disturbo che interessa circa il 5% delle donne italiane. In medicina viene definita anche insufficienza ovarica precoce: le ovaie, infatti, di fatto non producono abbastanza estrogeni nonostante nell’organismo femminile ci siano alti livelli di ormone follicolo stimolante, cioè l’FSH (secreto dall’ipofisi).

Secondo uno studio americano, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism e che ha coinvolto oltre 25mila donne, il responsabile dell’aumentata frequenza della menopausa precoce è l’inquinamento ambientale, in quanto abbasserebbe i livelli di estradiolo, l’ormone che regola la fertilità.

Menopausa precoce: come si manifesta

I sintomi principali sono l’amenorrea (cioè l’assenza delle mestruazioni) o il flusso mestruale irregolare. In particolare, in un primo momento le mestruazioni diventano più abbondanti e si presentano ogni 20 giorni, per poi ritardare o saltare di un mese intero.

Inoltre, in alcuni casi la donna può accusare anche osteoporosi a causa del calo estrogenico, secchezza vaginale, infiammazioni della mucosa vaginale, atrofia, irritazione, dolore nei rapporti sessuali, minzione fastidiosa e aumento del pH vaginale.

Altri sintomi da tenere sott’occhio sono disturbi del sonno e dell’umore, tachicardia notturna e aumento dell’irritabilità.

Diagnosi

Per giungere ad una diagnosi certa il ginecologo generalmente prescrive dei prelievi del sangue per indagare i livelli di gonadotropine e di estradiolo, cioè gli ormoni sessuali in grado di regolare l’attività degli organi riproduttivi. Si eseguono ogni settimana per 2-4 settimane.

Se i livelli di ormone follicolo-stimolante (FSH) sono pari a quelli di una donna fertile (solitamente > 30 mUl/mL) e i livelli di estradiolo bassi (solitamente < 20 pg/mL), la menopausa precoce è confermata.

Quindi, si eseguono ulteriori test per accertarne le cause e il medico valuta il quadro clinico sottostante. Inoltre, se la donna va in menopausa prima dei 35 anni, può essere necessario eseguire anche dei test genetici mirati.