Il primario Paola Cavicchioli e il suo staff in videoconferenza con le mamme
Il primario Paola Cavicchioli e il suo staff in videoconferenza con le mamme

Nascere prematuri e in epoca Covid: in Terapia intensiva neonatale all’Angelo le porte sono sempre aperte ai genitori grazie a tamponi, igiene e distanzimento. E con il contributo delle associazioni, alle mamme in isolamento o in quarantena corrono in aiuto i tiralatte monouso, le polaroid per le mamme in quarantena, le bamboline con l’odore della mamma e un frigo per la conservazione del latte.

In più, cinquanta mamme di bimbi nati prematuri sono state ieri sera in teleconferenza con il reparto: testimonianze, figli cresciuti, gioie, timori, dubbi, risposte e festeggiamenti a distanza ieri sera, nonostante il Covid, per la Giornata mondiale della prematurità.

“Abbiamo raccontato a mamme e papà come la nostra Terapia intensiva neonatale ha affrontato questo periodo difficile della pandemia, garantendo la sicurezza di operatori, bambini e genitori da un lato, ma salvaguardando dall’altro le buone pratiche per la protezione della relazione genitore-bambino, offrendo la cura individualizzata e centrata sulla famiglia che da sempre ci contraddistingue” spiega il primario Paola Cavicchioli.

I numeri dei bimbi prematuri

Su circa duemila nati ogni anno all’ospedale dell’Angelo, duecento sono i ricoveri in Terapia intensiva neonatale. Un bambino su dieci, ricalcando la media nazionale, nasce prima del tempo e ha bisogno di cure per assicurargli un corretto sviluppo psicofisico.

Nascere prima. E in epoca Covid 

Con l’arrivo della pandemia il reparto mestrino di Terapia intensiva neonatale non è stato chiuso ai genitori. Mamma e papà entrano alternati e hanno la possibilità di farlo 24 ore su 24, mantenendo tra loro e con gli operatori la distanza di sicurezza, tenendo la mascherina, assicurando l’igiene delle mani e sottoponendosi ciclicamente a tamponi di screening in reparto.

“Quando i bimbi nascono prima, il loro cervello non è ancora arrivato alla completa maturazione – dice Cavicchioli -. Accanto al lavoro intenso degli operatori sanitari, essenziale è in questo processo la presenza del genitore, che in questo caso io definisco il vero curante. Per questo è è stato importante per noi favorire la relazione genitore-figlio attraverso le giuste misure di sicurezza. L’obiettivo è quello di permettere la relazione, il contatto pelle a pelle, l’allattamento al seno. I genitori non sono solo visitatori e le loro non sono solo coccole, sono parte del sistema curante e la presenza di mamma e papà migliora gli esiti a lungo termine dei bimbi prematuri. Ma questo giova anche alle condizioni delle madri, prevenendo problemi di allattamento e depressione post partum. Le indicazioni scientifiche, così come quelle della Società italiana di neonatologia, sono chiare: con le dovute precauzioni i genitori devono poter stare con il bambino anche in questo periodo complesso”.

La festa, diventata ieri un webinar

Ogni anno l’associazione Una carezza per crescere, diretta dall’avvocato Stefano Scalettaris e nata a sostegno della Terapia intensiva neonatale di Mestre, collabora alla riuscita di questo incontro tra sanitari, associazioni, mamme, papà e bimbi più o meno cresciuti. È diventato da anni un appuntamento di riferimento per i genitori dei bambini nati prematuri. Il webinar di ieri sera ha voluto mantenere la tradizione, seppur a distanza. Si sono collegati anche operatori sanitari, volontari delle associazioni, la Scuola in pediatria, Abio e l’associazione Cuore di Maglia. Anche gli infermieri del reparto hanno voluto leggere in diretta la loro lettera a vecchi e nuovi genitori che li hanno visti assistere i loro figlio.

Le testimonianze dei ragazzi cresciuti

In questi incontri annuali durante i quali, in presenza, di solito partecipano anche centiania di persone, un diciottenne nato prematuro “e passato per la nostra Terapia neonatale – ha ricordato Cavicchioli -, ha preso la parola e ha detto a tutte le mamme: ‘Non piangete per i vostri figli troppo piccoli care mamme, perché io sono qui sano e forte e ce l’ho fatta’. Un’altra volta una mamma si è presentata con una coppa e ci ha detto: ‘Vi ricordate quando mi avete detto che il mio bimbo avrebbe superato tutto e io non ci credevo? Adesso ha 10 anni e ha vinto la sua prima coppa sportiva, eccola qui’”, sono solo alcune delle testimonianze elencate dalla primaria.

Tiralatte monouso, polaroid per le mamme in quarantena, bamboline con l’odore della mamma e un frigo per la conservazione del latte: i doni delle associazioni per mantenere il contatto mamma-bimbo in sicurezza

Oltre ai piccolissimi vestiti per i bimbi prematuri (introvabili nei negozi per bambini), per favorire in questo momento il contatto mamma-bambino in sicurezza Una carezza per crescere ha donato al reparto di Patologia Neonatale anche dei tiralatte monouso, un frigo per la conservazione del latte e una polaroid per scattare delle foto al bambino che sono state consegnate alle mamme positive al Covid o in quarantena.

Anche l’associazione Cuore di mamma fornisce abitualmente set di vestitini per bimbi prematuri. Al loro interno c’è anche una bambolina consegnata alla mamma che non può recarsi in reparto. La madre la stringe al petto per impregnarla del suo odore. Poi la bambolina viene posta all’interno della culla del bambino per permettergli di mantenere il contatto con l’odore della mamma.