“Ormai, la cronaca ci parla di violenza e aggressività, purtroppo non solo verbale, contro i professionisti impegnati nelle strutture sanitarie in modo sempre più ricorrente. Non è accettabile ed è ora di affrontare il problema con maggiore determinazione, innalzando una barriera normativa che assicuri che, una volta comprovata la responsabilità in simili atti, vengano erogate pene certe e proporzionate a un simile livello di inciviltà a dispetto della legge, del rispetto umano, della dignità professionale e della libertà di tutti cittadini per bene che si rivolgono alla nostra sanità per ricevere aiuto”.

Questo il pensiero del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che si celebra oggi, 12 marzo.

“Sono ancora vive nei nostri ricordi le manifestazioni corali di affetto e stima verso i nostri operatori sanitari nei giorni della tragedia della pandemia – prosegue il Presidente -. Non è accettabile che oggi, ormai dimenticati il timore del contagio e la paura di dover ricorrere disperatamente alle cure affidate alla loro capacità e alla loro grande professionalità, dobbiamo assistere inermi a simili accadimenti. Quei medici, infermieri e operatori, sono gli stessi che ogni anno assicurano, solo nel Veneto, 80 milioni di prestazioni. Sono coloro che accolgono al Pronto Soccorso, che visitano negli ambulatori, che operano nelle sale chirurgiche: sono i protagonisti di un modello sanitario universalistico da cui chiunque è certo di avere una risposta alle sue necessità. Se purtroppo, come siamo costretti a constatare, c’è chi, familiare o utente, ritiene che il modo di correlarsi sia quello della violenza aggressiva è il caso di mettere mano alla legge, prevedendo anche reati specifici”.

“La regione è impegnata in prima linea per contenere questo fenomeno disdicevole contro chi è al servizio della comunità lavorando per garantire la salute – aggiunge Zaia -. È impegnata nei programmi di prevenzione che vedono protagoniste le aziende sanitarie con corsi per la gestione delle situazioni di rischio di fronte aggressioni e con investimenti nell’adeguamento e miglioramento degli spazi di lavoro nelle strutture sanitarie. Ma è anche pronta a farsi parte diligente di un appello alla comunità istituzionale affinché la legislazione sia in grado di dare le necessarie risposte a questa esigenza dei tempi. Tutti possiamo comprendere le difficoltà e gli stati d’animo di certi momenti ma, come per le Forze dell’Ordine, il camice o la divisa sanitaria è il simbolo di un servizio al prossimo. Aggredire o insultare chi li veste non aiuta nessuno e rimane, oltre che un reato, un grave gesto contro il vivere civile”.

“In occasione di questa giornata – conclude il Presidente – rinnovo la mia vicinanza e solidarietà a tutti i medici, infermieri e operatori che hanno subito aggressioni di qualsiasi genere garantendo il funzionamento del nostro servizio sanitario. Un grazie a loro e a tutti i loro colleghi”.