L’osteopatia è destinata a essere una professione sanitaria autonoma, riconosciuta anche dal punto di vista normativo. Infatti, è in dirittura d’arrivo l’iter legislativo iniziato con la legge del 2018 volta a definire con chiarezza e trasparenza non solo l’identità dell’osteopata, ma anche la sua formazione e il suo percorso di studi.

In concomitanza con questo traguardo, il ROI (Registro Osteopati d’Italia) ha diffuso sui social una campagna informativa, con alcuni video che chiariscono meglio le idee ai potenziali fruitori di questa forma terapeutica.

Osteopatia: gli errori più diffusi

Tra gli errori più diffusi c’è l’idea che l’osteopata procuri dolore fisico durante i trattamenti. Al contrario, l’approccio osteopatico non prevede in alcun modo l’impiego della forza: l’operatore attinge a un’ampia rosa di manovre e di tecniche, adattandole non solo alle esigenze, ma anche al fisico di chi viene trattato.

Inoltre, è bene precisare che non serve la forza fisica per praticare manovre osteopatiche:  un operatore esile e gracile, infatti, può tranquillamente trattare con successo pazienti di corporatura anche molto massiccia.

I benefici

L’osteopatia non dà beneficio solo in caso di disturbi muscolo-scheletrici, come dolori localizzati, posture sbilanciate e invalidanti o problemi di funzionalità articolare. Gli studi condotti, infatti, ne hanno provato l’efficacia anche in una serie di fastidi come disturbi respiratori, gastrico-intestinali, cefalee e nei disturbi della sfera femminile.

Inoltre, i trattamenti manipolativi osteopatici possano rivelarsi utili anche nella gravidanza e nel post-partum. Dopo la nascita del bambino, ad esempio, facilitano il recupero fisico generale, ripristinano il giusto tono del pavimento pelvico e quindi favoriscono anche la ripresa di una equilibrata funzionalità viscerale.