Il favismo è una condizione patologica determinata da una carenza di determinati enzimi nel sangue. Parliamo di un problema ereditario, che interessa soprattutto la difficoltà nel metabolizzare alcune componenti alimentari (come, ad esempio, le fave).

E che porta l’organismo ad essere particolarmente sensibile nei confronti di alcuni composti antiossidanti.

Favismo: i sintomi

La sintomatologia comprende perlopiù anemia, affaticamento, febbre, mal di stomaco, cefalea e vomito.

Inoltre, le urine di un soggetto affetto da tale patologia appaiono di un colore tendente all’arancione. Senza dimenticare che un altro sintomo caratteristico è l’ittero, talvolta visibile semplicemente attraverso il colorito giallo della pelle.

Gli alimenti e i farmaci da evitare

Chi è affetto da questo disturbo deve evitare tutti i tipi di fave e i legumi: se si ingeriscono questi alimenti, infatti, si possono verificare dei crampi addominali molto dolorosi.

In base alla gravità del disturbo può insorgere una (più o meno) spiccata sensibilità a questa tipologia di alimenti: alcune persone, infatti, possono risultare intolleranti anche al solo contatto con il polline della pianta.

Per quanto riguarda i farmaci, invece, tendenzialmente vanno evitati gli antibiotici, i medicinali contro la malaria, i sulfamidici e gli integratori di vitamina K. Sarà il proprio medico curante a dare informazioni specifiche e mirate in tal senso.

Trattamento e cure

Il primo step per curare il favismo prevede l’assoluto allontanamento dagli alimenti che possono scatenare reazioni patologiche. Tuttavia, in presenza di un attacco acuto, in alcuni casi può essere necessario ricorrere ad una trasfusione di sangue.

Alla luce di tutto questo, dunque, è necessario un accurato controllo medico per tenere sotto controllo questa problematica, anche laddove venga prescritta la somministrazione di acido folico e ferro.