Si terrà oggi pomeriggio,martedì 14 giugno, alle ore 16.00 presso la Sala Arazzi di Ca’ Sugana a Treviso la conferenza stampa di presentazione del progetto  “InCampo – Facciamo rete per la legalità”, promosso da Rete degli Studenti Medi, Unione degli Universitari, Arci, Spi Cgil. Con questa iniziativa si permetterà la partecipazione di giovani studenti trevigiani ai campi e laboratori antimafia che si terranno nei mesi estivi a Campolongo (Venezia), Parete (Caserta) e Erbè (Verona), lavorando sui beni confiscati in modo tale da restituirli alla comunità.

“Questo tipo di azioni contribuiscono a rafforzare il senso civico, la cura per il bene comune e la cultura della legalità in cittadini trevigiani, che, con la loro testimonianza saranno da esempio per tanti coetanei nella vita quotidiana ”, dichiara l’assessore alla trasparenza del Comune di Treviso Anna Caterina Cabino.

“Sono orgoglioso che il Comune di Treviso abbia deciso di sostenere la partecipazione di studenti trevigiani ai campi della legalità – afferma Stefano Pelloni, consigliere comunale delegato alle politiche giovanili -; queste iniziative sono particolarmente importanti per l’alto valore simbolico e il forte senso civico che hanno.” Con queste attività – continua Pelloni – contribuiamo a formare nelle giovani generazioni la cultura della legalità, della responsabilità verso il bene comune e dell’impegno sociale. La testimonianza degli studenti che prenderanno parte ai campi verrà poi portata nelle scuole in modo che possa essere condivisa anche con gli altri coetanei. Il Comune di Treviso è uno dei primi comuni in Italia a realizzare iniziative di questo genere e ne sono particolarmente orgoglioso.”

“Da anni – dichiara Chiara Bordon, responsabile legalità Rete degli Studenti Medi del Veneto – ci impegniamo in vari percorsi sulla legalità, dalle marce con Libera, ai protocolli nazionali e regionali sui campi antimafia con Unione degli Universitari e SPI CGIL, come quello firmato il 24 maggio scorso a Mestre. Siamo convinti che si tratti di un argomento che non possa essere messo da parte, ma che richieda un impegno capillare e costante, da parte di più soggetti possibili, innanzitutto per rompere il muro dell’indifferenza e del senso di rassegnazione.

Cerchiamo di incentivare la partecipazione studentesca ai campi e laboratori antimafia che da anni si svolgono nel periodo estivo, costruendo progetti e percorsi dalle scuole ai campi e dai campi alle scuole.”

“Quest’anno abbiamo esteso le nostre vedute e cercato di portare l’idea anche al Comune di Treviso – continua Cecilia Bona, coordinatrice della Rete di Treviso -, che l’ha accolta con interesse, intuendo la centralità dell’educazione alla legalità soprattutto presso i giovani e gli studenti. Questi infatti sono chiamati a riportare la loro esperienza al ritorno dai campi, diffondendo la voglia e i metodi di contrastare la criminalità organizzata anche sul proprio territorio, dimostrando che la mafia si può sconfiggere, se ci si lavora insieme.”

Matteo Venturini