Dalla Segreteria Provinciale del Partito Democratico giunge una risposta ufficiale alla Lega sulla nuova legge regionale inerenti gli alloggi popolari. Fanno rumore in particolare le dichiarazioni del Segretario Giovanni Zorzi.
“A sentire autorevoli esponenti della Lega, sembra che la nuova Legge Regionale sugli alloggi popolari sia stata calata dall’alto e all’improvviso. Invece, si tratta di un procedimento che ha seguito tutto il suo iter: prima presentato ed esaminato nella Commissione, poi discusso e votato in Consiglio regionale. – dichiara Giovanni Zorzi, segretario provinciale PD Treviso – Per chiarezza e onestà, va detto che tutti erano al corrente dei contenuti della nuova normativa. Che fossero a conoscenza di quello che votavano e consapevoli delle implicazioni prodotte, qui c’è più di un dubbio. Per valorizzare questa tesi, si ricorda che né dal consiglio né dalla Giunta Regionale non è mai stata promossa, o realizzata, una simulazione, pur avendo tutti tutta la mole di dati economici familiari a disposizione. Forse l’attenzione di Zaia e dei consiglieri regionali leghisti si è concentrata solo sulla norma che introduce il vincolo “veneto” dei cinque anni di residenza. Tanto è bastato a loro: rivendicare, anche su un fronte così delicato, lo slogan – di dubbia costituzionalità – “prima i veneti”, senza soffermarsi sulle conseguenze che questa legge avrebbe generato alle migliaia di utenti e alle ATER. Si sono peggiorate le condizioni ed il disagio abitativo diffuso nei nostri territori”.
La logica complessiva di questa legge si dimostra, nella linea politica che la Lega sta consolidando: forte con i deboli e debole con i forti, innescando, oltretutto, una guerra tra chi ha meno.
“Per questo crediamo – continua Zorzi – che questa legge necessiti di correttivi e riformulazioni, sia nel merito che nella sostanza, innanzitutto con provvedimenti d’urgenza, prima che faccia esplodere una vera “bomba sociale”. Serve che la Regione si assuma l’impegno chiaro, anche economico, di intervenire in modo compatibile con la delicatezza dell’argomento. Il rischio è quello che stiamo vedendo in questi giorni, in cui è entrato in vigore il regolamento attuativo: gli ATER lasciati soli ad affrontare le più che legittime richieste di informazioni da parte di inquilini, comitati e sindacati; amministrazioni comunali e assistenti sociali costretti a lavorare senza strumenti di valutazione e di intervento. Insomma,è il caos e a pagarne il prezzo più alto sono quelle persone che si trovano nelle situazioni economiche e sociali più a rischio, tra aumento improvviso dei canoni e pericolo di incorrere nei casi di mobilità forzata”.
Aggiunge Oscar Borsato, responsabile PD provinciale per il governo del territorio: “Mettere in campo correttivi richiede tempo. Per questo, intanto, è urgente che la Regione assuma alcuni provvedimenti per noi essenziali, primo fra tutti quello di assegnare agli ATER risorse aggiuntive per gestire questa fase di emergenza. Cominciamo con la sospensione dell’obbligo in capo agli ATER, introdotto dalla nuova legge, di versare annualmente alla Regione lo 0,040% del valore nominativo del proprio patrimonio (che sia affittato o meno), impiegando quelle risorse per far fronte alle situazioni più problematiche in termini di morosità e disagio abitativo, dove nel 2019, da quanto si legge nel Bilancio Consuntivo 2018 dell’Agenzia, ci sarà un ammanco di quasi €3.000.000. Dopo il danno alle utenze, anche la beffa sulle ATER, che di questo passo saranno costrette al fallimento grazie ai voti di chi, si presume, non sa di cosa vota e non sa di cosa parla, perché nell’aumento dei prezzi vi sono anche chi non paga, innalzando così la morosità. Si spera che in questo non vi sia un effetto domino”.
La Regione, tanto generosa con il suo bilancio su iniziative di promozione territoriale, dia un segnale chiaro: utilizzi una parte di quei fondi per accompagnare i Comuni nel monitoraggio del disagio abitativo nei propri territori, facendo quell’attività di simulazione che si sarebbe dovuta fare in fase di preparazione di questa legge.
Mercoledì 24 luglio il PD provinciale organizzerà un’assemblea con i propri amministratori locali, aperta ai referenti dei vari comitati di inquilini e a tutti coloro che si sentono coinvolti in prima persona, per affrontare queste criticità e capire quali iniziative mettere in campo da subito per contrastare gli effetti più pericolosi di questa legge.