“Ben vengano investimenti imponenti come quello che Amazon in campo per il nuovo polo di logistica, ma chiediamo alle imprese di orientare le loro scelte al riutilizzo delle tante, troppe, aree industriali dismesse svuotate dalla crisi del 2008, che gravano sia dal punto di vista ambientale che paesaggistico sul nostro territorio, da preservare e non da deturpare ulteriormente”. L’annuncio dello sbarco della multinazionale dell’e-commerce con un nuovo maxi polo logistico di 500 mila metri quadrati è ritenuto positivo dalle Organizzazioni sindacali trevigiane per quanto riguardo le prospettive di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, ma preoccupa dal punto di vista dell’impatto ambientale se questo dovesse insediarsi sulle sponde del Sile, cementificando un’area verde.
[huge_it_slider id=”5″]

“È positivo che la Marca sia attrattiva per investimenti, in particolare nelle nuove rotte dei mercati com’è la logistica e per grandi gruppi come Amazon – spiegano Cinzia Bonan, Mauro Visentin e Guglielmo Pisana, segretari generali di Cisl Belluno Treviso, Cgil Treviso e Uil Treviso Belluno – perché significa che essendo nodo strategico nel nord est, e nonostante la difficile fase che stiamo vivendo, la nostra provincia continua a offrire ottime opportunità imprenditoriali, nonché occupazionali. I posti di lavoro generati dall’operazione, infatti, sembra siano più di un migliaio, sono certamente un aspetto più che positivo per la nostra economia, qualora però le condizioni contrattuali e di lavoro per i dipendenti siano dignitose e tutelate nel rispetto dei contratti collettivi sia nazionali che territoriali. Su questo aspetto vigileremo attentamente anche a seguito di esperienze di comportamenti non propriamente rispettosi dei CCNL delle società del comparto e anche di Amazon in altre parti d’Italia”.

La preoccupazione dei Sindacati riguarda anche l’aspetto ambientale e della viabilità. “La crisi del 2008 – spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil – ha lasciato sul campo intere aree industriali e commerciali vuote, capannoni dismessi e abbandonati dopo il fallimento di molte aziende dei quali il nostro territorio è disseminato. L’auspicio è che i grandi investitori vengano orientati alla riconversione di queste zone, piuttosto che al consumo ulteriore di suolo, per altro, nel caso di Casale sul Sile, in una superficie verde e delicata dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. In provincia di Treviso esistono intere aree da riqualificare, inserite in contesti viari e di collegamento molto favorevoli, a due passi dagli imbocchi delle autostrade come quella di Villorba (già collegata all’A27 e prossimamente alla Pedemontana), che potrebbero esser riconvertite e fatte rinascere da investimenti come questo”.