“Come Regione, fino ad oggi, abbiamo segnalato all’INPS 7.500 destinatari di reddito di cittadinanza per i quali abbiamo ravvisato una presunta violazione della condizionalità e, in questo mese, siamo in attesa di segnalarne altri 900. Il reddito di cittadinanza si dimostra un fallimento. Non è certo lo strumento più indicato per accompagnare verso il mondo del lavoro e traghettare fuori dalle condizioni povertà”.
Questo il commento dell’assessore regionale al Lavoro, di fronte agli ultimi dati forniti da Veneto Lavoro.
“Fin dall’inizio la Regione del Veneto – sottolinea l’Assessore – ha sempre ritenuto che gli strumenti idonei siano politiche attive per il lavoro e l’inserimento occupazionale ma ci siamo attenuti alla legge. Abbiamo dovuto constatare che una volta fatta la legge qualcuno ha subito trovato l’inganno, puntando su un sistema debole di controllo. Come Veneto non siamo stati a guardare e, nonostante la legge non preveda un controllo da parte delle Regioni, attraverso i centri per l’impiego e Veneto Lavoro noi abbiamo sfruttato la legittima funzione di chiamare il percettore di reddito per offrire delle proposte di lavoro e per dare senso alla condizionalità. Questa, infatti, prevede che se un’offerta di lavoro non è accettata per tre volte si perde il reddito”.
“Non è stato semplice perché durante il Covid è stato possibile godere di una sospensione della condizionalità – aggiunge -. Ma sfruttando al massimo le proprie competenze il Veneto ha proceduto alla segnalazione all’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza di quelle che ritiene irregolarità. Queste con grande spirito di collaborazione hanno fatto un poderoso lavoro sia in autonomia sia su nostra segnalazione. Risultato: migliaia di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza che non dovrebbero percepire”.
I dati di Veneto Lavoro ritraggono un quadro generale in cui, al 23 marzo 2022, i percettori di Reddito di Cittadinanza in carico ai Centri per l’impiego del Veneto risultano complessivamente 12.808. Di questi, 10.391 hanno un Patto per il lavoro in corso (81%) e in 2.417 (19%) sono in attesa di prima convocazione o di riconvocazione.
I beneficiari esonerati o esclusi dalla stipula del Patto (nella maggior parte dei casi perché già occupati o disabili) o rinviati ai Servizi sociali del Comune di residenza per la stipula del Patto per l’inclusione sociale sono 9.212. In 17.119 risultano decaduti dal beneficio in quanto non più in possesso dei requisiti per poter ricevere il RdC. In 8.693 hanno terminato il periodo di fruizione del Reddito di Cittadinanza senza più richiederlo.
Complessivamente circa 12.600 percettori risultano attualmente occupati rispetto al totale dei percettori soggetti alla convocazione presso il Centro per l’Impiego, che secondo gli elenchi comunicati da Anpal ammontavano complessivamente a 47.832 persone. Si tratta prevalentemente di soggetti esonerati o esclusi dalla stipula del patto perché lavoratori con contratti brevi, ad orario ridotto o comunque nei limiti di reddito previsti per l’accesso al RdC, di soggetti ancora da convocare per il primo appuntamento o di persone occupate successivamente all’accoglimento della domanda o della stipula del Patto per il lavoro e quindi decadute dal beneficio. I percettori di RdC che risultano ad oggi occupati, dopo aver stipulato e successivamente concluso un Patto per il Lavoro, sono circa 2.200, il 28% di quanti hanno terminato il Patto per il Lavoro.
Sempre Veneto Lavoro fa sapere che, secondo i dati Inps, nel 2021 i nuclei familiari percettori di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza sono stati in Veneto 40.124, per un totale di 88.229 persone coinvolte, con un importo medio mensile di 446,80 euro. Nell’ultimo mese disponibile (febbraio 2022) hanno percepito il RdC 40.303 persone appartenenti a 19.324 nuclei familiari, di cui: 8.968 persone in provincia di Verona, 8.056 in provincia di Padova, 7.980 di Venezia, 5.702 di Vicenza, 5.558 di Treviso, 3.191 di Rovigo e 848 di Belluno. L’importo medio più elevato si registra a Rovigo con 537,75 euro mensili, il più basso a Belluno con 479,44 euro, per una media regionale di 525,81 euro.