Se in Veneto, dove si è avuto il record nazionale di affluenza al voto referendario, il No ha trionfato con un vero e proprio plebiscito (61,9%), la provincia di Venezia ha registrato un dato quasi allineato alla media regionale: 61,7% di No e 38,3% di sì.[s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

Scendendo più nello specifico, in base ai dati finali pubblicati dal Ministero dell’Interno, il No ha ottenuto 300.083, contro i 186.127 del Sì. Schede bianche 1.059, nulle 2.532, contestate 9. Restringendo il risultato al comune di Venezia, la forbice tra No e Sì è stata comprensibilmente meno marcata: 59,1% (pari ad 83.581 elettori) contro 40,9% (57.819 elettori). Schede bianche 296, nulle 740 e contestate 3. Anche l’affluenza rilevata alle urne è più bassa in città che in provincia: a Venezia hanno votato il 72,2% degli aventi diritto, contro una media provinciale del 76,7%.

Immediati i commenti del mondo politico.

Il sindaco del capoluogo Luigi Brugnaro, sostenitore del Sì, non ha voluto per il momento entrare troppo nel merito politico della delusione appena ricevuta alle urne, ma senza scomporsi si è limitato a sottolineare che la vicenda referendaria riguarda l’intero Paese, e non la città, e di conseguenza non pregiudicherà certamente il Patto già siglato fra il Governo e la città di Venezia.

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L’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, nel corso di un’intervista a Repubblica, ha invece espresso un giudizio fortemente critico nei confronti del premier uscente Matteo Renzi: “La responsabilità di questo risultato è al 99 per cento del presidente del Consiglio Renzi e della sua scriteriata presunzione. Ha creduto che il referendum sulla riforma costituzionale fosse il terreno buono su cui porre la propria egemonia. Ha perso la scommessa, ma ha così condotto il paese in una situazione di grande difficoltà”, ha aspramente commentato il filosofo. “Si apre una fase molto delicata in cui bisognerà fare appello alla intelligenza di tutti che non ha brillato granché. Renzi non ha più in alcun modo l’autorevolezza per essere la guida del paese, ma nel senso che occorre approvare la legge di stabilità, quindi fare la legge elettorale e trovare il consenso presso le attuali opposizioni. E non credo che Grillo sia disposto a concedere un’unghia…”

Di tutt’altro tono, naturalmente, il commento di Renato Brunetta, che ha sottolineato i meriti del centrodestra nell’opposizione alla riforma Boschi: “Ha vinto Berlusconi e tutti quelli che hanno combattuto Renzi e il renzismo da subito. Ora sotto la guida del Cavaliere abbiamo il dovere di costruire il centrodestra unito di governo: Fi, Lega, Fdi, Storace, Quagliariello, Mario Mauro, Rotondi, Fitto, i repubblicani di Nocara, i liberali, i sindaci di liste civiche come Trieste e Venezia, Arezzo. Senza Ncd. Uniti e con pari dignità arriviamo al 40 per cento. E’ la fine di un incubo.”[/s2If]