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Favorire il ritorno in patria di migranti ospitati nei centri di accoglienza dopo aver insegnato loro un lavoro e con un contributo di qualche migliaia di euro per aprire una attività nel loro paese di origine. Immigrati che qui in Italia difficilmente otterranno lo status di rifugiati.
E’ l’obiettivo di un progetto ideato dalla Cgil di Treviso e dalla consulta immigrati della Marca trevigiana. Infatti dei circa 2.500 stranieri oggi ospitati nelle strutture della Marca, il 70-80% non dispone dei requisiti per ottenere asilo. Pertanto, una volta terminato l’iter della richiesta, che in questi ultimi mesi è stato velocizzato dal punto di vista burocratico, venendo a mancare le possibilità e le opportunità di lavoro rispetto a qualche anno fa, i rifugiati rischiano di rimanere in Italia come irregolari, alimentando una bolla di illegalità e con l’eventualità di finire nelle maglie della criminalità.
Il progetto, dunque, è farli rientrare nei paesi d’origine, con un percorso di reinserimento socio-lavorativo, anche con la possibilità di avviare esperienze di micro imprenditorialità. Il programma di rientro volontario assistito è finanziato da fondi europei ed è articolato su scala nazionale: 235 i posti disponibili per il Nordest, in questa edizione finalizzata alle partenze fino a marzo 2018. Ad ogni aderente all’iniziativa verrà riconosciuto un contributo in beni e servizi fino a 2mila euro, più mille euro per ogni familiare maggiorenne a carico e 600 per ogni minore, oltre alla consulenza e all’assistenza di un’equipe di operatori specializzati italiani e locali.
Per ora il progetto è rivolto a migranti originari di Senegal, Marocco, Tunisia e Albania, ma la Cgil punta ad ampliare la platea di paesi coinvolti, nonchè il numero di destinatari.