Queste le dichiarazioni di Andrea Cardinaletti, vice presidente del Venezia FC, sulla partita che si sarebbe dovuta disputare a Salerno. 
”Ovviamente siamo molto dispiaciuti, perché è una serata che, per chi fa sport, si sarebbe dovuta concludere giocando la partita. Noi siamo qui, siamo venuti a Salerno per disputare il match, in questa città bellissima e straordinaria, ma non siamo venuti qui per visitarla. Dispiace, anche perché tutto questo succede a più di un anno e mezzo da quando la pandemia ha iniziato la propria attività nefasta nel nostro paese. In questo anno e mezzo sono intervenuti, nel frattempo, regole, protocolli, misure, tutta una serie di circostanze che hanno impegnato una società seria come la nostra a rispettarle. Poi abbiamo affrontato questa trasferta in maniera seria, non abbiamo mandato la squadra giovanile, ma la nostra migliore squadra. C’è tutta la dirigenza, il nostro staff. Se la partita non era possibile giocarla avremmo preferito non affrontare la trasferta. Questo è il nostro stato d’animo, i nostri sentiment. Tra l’altro è una trasferta che ci ha impegnato dal punto di vista economico e anche dei rischi, perché se avessimo lasciato la nostra squadra all’interno della bolla per garantirci il rispetto delle norme covid, avremmo rischiato di meno, avremmo comunque corso meno rischi. Ma abbiamo seguito le indicazioni della Lega, che ci ha indicato che in questa gara avremmo dovuto essere presenti. Per noi questa partita è stata aperta, pochi minuti fa è stata chiusa, e spero che adesso la partita abbia l’iter delle gare che vengono aperte e poi chiuse. Per noi la posizione è molto semplice: se se non ci sono le condizioni per giocare, le partite vanno rinviate. Se le squadre invece vanno portate sul campo di gioco, come abbiamo fatto noi, devono essere giocate. Noi vogliamo semplicemente che, a un anno e mezzo dalla pandemia, la Lega faccia rispettare i protocolli. Non è possibile, ad ogni gara, inventarsi un nuovo modo di intervenire. Ci aspettiamo che le regole siano chiare e che vengano rispettate. Noi vogliamo essere i primi a rispettarle. La regola dei tredici calciatori? Siamo obbligati ad avere delle condizioni che siamo obbligati a rispettare. Anche se significherebbe altrimenti giocare con squadre menomate. Io questo discorso lo faccio con una premessa: partendo da un profondo rispetto nei confronti della tutela della salute, nonché della squadra avversaria, ma a due anni di distanza dalla pandemia non abbiamo regole e regolamenti certi che ci consentano la regolarità del campionato, questo per noi non può andare bene. Ma per il calcio italiano, non solo per noi. Partiamo dalla consapevolezza che dobbiamo fare di più e meglio è noi non ci sottraiamo al ruolo che abbiamo. Cerchiamo di farlo rispettando i regolamenti, e se i ragazzi ci chiedono di fare cose che non si possono fare in questo momento, noi gli diciamo che se siamo professionisti dobbiamo tutelare la nostra società. Ovviamente gli adattamenti si devono fare per tempo. Se questa partita non si doveva giocare, noi avremmo gradito restare in città, ad allenarci nel nostro centro sportivo, con tutte le tutele e le bolle del caso. Mi sembra che la Lega si sia assunta una responsabilità molto forte in questa occasione. Ha ribadito fortemente che la partita andava giocata e che la trasferta andava affrontata. Non siamo privi di indicazioni, ci siamo mossi su indicazioni precise, le uniche possibili per garantire non tanto la regolarità del campionato, perché non possiamo parlare di campionato regolare, quando siamo in un sistema così difficile, come quello pandemico, ma garantire la conclusione del campionato con regole che siano uguali per tutti. Noi non abbiamo nulla di rigido e predeterminato. La mia non può essere per definizione un’opinione critica nei confronti dell’operato delle istituzioni. Ma se si verificano fatti che impediscono la realizzazione di una gara, questi fatti siano tali che la partita venga rinviata prima che affronti una trasferta e lo faccia in maniera seria e puntuale come facciamo noi, perché ribadisco: non siamo venuti qui con i ragazzi delle giovanili, ci siamo messi su un treno, su un aereo, su un albergo. Bisogna pretendere che il professionismo venga rispettato, e pretendere che tutti i nostri calciatori facciamo la prima, la seconda e la terza dose di vaccino, in modo tale che siano tutelati e tutelanti nei confronti degli altri. Se la partita non deve essere fatta, io ripeto che voglio stare a Venezia. Per essere chiari: per come si sono svolti i fatti, ci aspettiamo che la partita venga chiusa con una vittoria a tavolino 3-0 per il Venezia. Senza entrare nel merito, avrei fatto questo discorso in qualsiasi altra parte del paese. L’indicazione riguarda la metodologia e lo sviluppo che è stato scelto. Poi ci aspettiamo che questo campionato finisca nel migliori dei modi, percorrendo regole che siamo pronti a rispettate, che valgano per tutti e che venga garantita equità degli interventi. Come tutti avremmo voluto disputare un campionato primo  di condizionamenti”.