Saper dire di no non è scontato e neanche semplice: a volte, infatti, si teme di apparire maleducati. E così si corre il rischio di sobbarcarsi anche il carico di lavoro che spetterebbe ai colleghi o di trovarsi a fare delle cose sgradite.

Molte persone, infatti, improntano le proprie scelte di vita tentando di compiacere gli altri e non tenendo conto delle proprie reali aspirazioni.

Dire di no: la difficoltà

C’è un modo per imparare a dire di no senza sentirsi in colpa? Magari non ci si riflette spesso, ma dietro ai “sì, va bene” pronunciati quasi in automatico spesso si può celare una paura profonda ed innata: quella di restare soli.

Declinare una richiesta, infatti, potenzialmente significa rischiare di deludere l’interlocutore. E questo può spaventare, perché di fatto l’uomo è un animale sociale che vive di relazioni con gli altri.

Quindi molto spesso ci si abitua ad annuire e a sottostare alle volontà altrui, mettendo in secondo piano la propria volontà autentica. Ma amare significa davvero compiacere? Dire di no non è maleducazione, ma è importante farlo nel modo giusto.

L’importanza dell’assertività

Questa difficoltà nasce da una distorsione che spesso ci si porta dietro fin dall’infanzia: declinare un invito è da maleducati. Tuttavia, arrivati all’età adulta, in realtà si possiedono tutti gli strumenti per comunicare il proprio pensiero in modo fermo, ma al tempo stesso empatico e rispettoso. La via d’uscita, infatti, si chiama comunicazione assertiva.

Entrando nel dettaglio, con assertività si indica la capacità di esprimere i propri sentimenti e le proprie opinioni in modo sereno, anche quando si è in disaccordo con gli altri. Con la consapevolezza che la diversità fa parte della vita e non va intesa a priori come scontro.