La satiriasi è una condizione patologica maschile caratterizzata da uno sfrenato desiderio (e bisogno) di attività sessuale, spesso a seguito di turbe nervose o endocrine. L’etimologia del termine risale alla mitologia greca e, più precisamente, alla figura del satiro.

Entrando nello specifico, chi è affetto da questo disturbo tende ad avere difficoltà relazionali e vivere rapporti fortemente sbilanciati e distorti, soffrendo spesso di ansia, disturbi del sonno, bassa autostima, irrequietezza, rabbia repressa e depressione.

Satiriasi: che cos’è

La satiriasi (o ipersessualità maschile) è un aumento morboso e patologico dell’istinto e del desiderio sessuale dell’uomo. Chi soffre di questa condizione patologica, infatti, tende a perdere quasi totalmente le inibizioni e a cercare di continuo nuove donne con le quali praticare attività sessuali. Tutto questo nella vana speranza di colmare la propria insoddisfazione psicofisica latente.

Inoltre, questo disturbo può comportare conflitti psichici interiori, impotenza sessuale, senso di inferiorità, bisogno di compiere atti osceni, spiccato esibizionismo o perversioni di vario genere.

Come si cura l’ipersessualità maschile

Quando la sessualità diventa un pensiero fisso, incontrollabile o un’ossessione continua ed invalidante, è importante rivolgersi ad uno specialista per indagare le cause scatenanti alla base del disturbo. In questo caso, dunque, le figure professionali più indicate possono essere psicologi, psichiatri, psicoterapeuti o sessuologi.

Per diagnosticare e riconoscere la satiriasi saranno necessari dei colloqui mirati durante i quali lo specialista potrà effettuare anche un test americano noto come SAST- Sexual Addiction Screening Test. Nel concreto, dunque, verranno formulate tutta una serie di domande finalizzate ad indagare il comportamento sessuale della persona.

Una volta appurata l’ipersessualità, verrà valutato anche l’iter terapeutico più indicato a seconda delle necessità specifiche del soggetto. La cura, dunque, potrà implicare psicoterapia, ma anche cure farmacologiche o- nei casi più seri- un eventuale ricovero in una clinica specializzata.