Si è svolto mercoledì 15 dicembre, nella splendida sede di The Nice Place a Oderzo (TV), il tradizionale incontro con il personale del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno. Un momento di condivisione e convivialità dedicato ai quasi 200 collaboratori del Consorzio, che ha offerto importanti spunti di riflessione grazie alla partecipazione del Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi.

La serata, durante la quale hanno portato i propri saluti anche Lauro Buoro, presidente e fondatore di Nice, e Mauro Antonello, responsabile Polo Commerciale Ovest BCC Monsile, si è aperta con le parole di Giorgio Polegato, presidente del Consorzio Agrario: «È un piacere essere oggi ospiti di Nice SpA – ha esordito Polegato – una azienda del nordest realizzata da un imprenditore illuminato come Lauro Buoro che 30 anni fa è partito da un’idea e ha portato avanti un progetto straordinario di cui oggi vediamo i risultati. Dietro ad aziende come questa ci sono uomini, famiglie e collaboratori che hanno permesso di raggiungere questi risultati. Anche il consorzio nel mondo agricolo è un’azienda di riferimento, non solo per la provincia di Treviso; offriamo servizi a 360°, siamo un’azienda competitiva, capace di affrontare le difficoltà, come dimostrato nell’ultimo anno, periodo nel quale abbiamo dato un costante supporto ai soci. È stato un gioco di squadra che ha portato ad aumentare il fatturato del 30%, risultato al quale tutti voi avete collaborato ognuno con le proprie competenze, perché la forza del gruppo è fondamentale ed indispensabile per portare avanti idee vincenti.


«Cercare la bellezza tutti i giorni, guardarla con occhi diversi, è un’esperienza straordinaria – ha proseguito il direttore, Antonio Maria Ciri – è con questo spirito che vi esorto a continuare nel vostro impegno quotidiano, grazie al quale abbiamo raggiunto risultati lusinghieri anche in una congiuntura economica come quella che stiamo vivendo. Una situazione che ha però dimostrato come l’agricoltura sia un patrimonio nazionale perché in grado di rispondere alle esigenze degli italiani. Oggi il Consorzio è fra le prime 60 aziende della Marca trevigiana, con un + 30% di fatturato negli ultimi 2 anni. Abbiamo realizzato investimenti per 1,5 milioni di euro negli ultimi 18 mesi, mentre Assicap è diventata la 1^ agenzia di Cattolica nel Nordest e la 15^ in Italia. In un contesto in cui vince la virtualità, dunque, noi siamo la concretezza, l’incontro quotidiano con le persone. Presenza sul territorio, prossimità e forza dei giovani: sono questi gli strumenti che hanno fatto la storia del Consorzio e che ci consentiranno di arginare le difficoltà anche nel futuro».

Infine, è intervenuto il Sottosegretario Vittorio Sgarbi, Presidente della Fondazione Canova di Possagno che, partendo dal titolo dell’incontro, ha tenuto una lectio magistralis sulla bellezza nel nostro tempo: «Negli ultimi 60 anni in Italia non sì è creata un’architettura riconoscibile, non si è creata bellezza ma si sono costruite strutture funzionali al mondo industriale. Una situazione che rischia di erodere la bellezza del mondo agricolo. Il pericolo è perdere la spiritualità del paesaggio, come quello Veneto, oggi minacciato dal dilagare di campi fotovoltaici. E proprio Canova rappresenta un paradigma dell’anima veneta: nasce a Possagno e trova il suo destino a Roma, dove culmina la sua impresa estetica facendo diventare eterno e incorruttibile il mondo antico, facendo diventare eterno ciò che era nato come temporaneo. E se Canova a Roma ha trovato il luogo dove concepire questa idea, nel 1819 posa la prima pietra del tempio di Possagno, portando il mito classico nel paesaggio veneto, dove ritrova la propria anima. Un grande scultore, un artista che a Roma ha trovato la ragione della propria impresa ma che era soprattutto un veneto che nel Veneto è voluto tornare. Oggi quel mondo contadino è finito, entrando in modo ineluttabile nel mondo industriale. Questa transizione è avvenuta, ci siamo dentro, ma occorre ammorbidire questo passaggio, così come Possagno non ha perso – in nome di Roma – Canova. Riuscire a far convivere il mondo contadino con la contemporaneità è ciò che serve oggi; quanto più difenderemo il particolare, lo specifico, le piccole produzioni, tanto più saremo mondiali. Questo deve essere il vostro, il nostro obiettivo: tenere assieme i valori della civiltà contadina, di quel mondo agricolo che voi rappresentate».