Vertenza Speedline e Superjet: in foto la conferenza stampa con Michele Valentini Segretario generale della Fiom Cgil Venezia e Matteo Masiero Segretario generale della Fim Cisl Venezia
Vertenza Speedline e Superjet: in foto la conferenza stampa con Michele Valentini Segretario generale della Fiom Cgil Venezia e Matteo Masiero Segretario generale della Fim Cisl Venezia

Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Venezia lanciano l’allarme per la Speedline di Santa Maria di Sala (settore cerchi in lega per auto sportive) e Superjet International di Tessera (settore aeronautica): se non s’interviene in tempi molto rapidi, si rischia di perdere due aziende storiche della provincia. In ballo ci sono quasi 400 lavoratori (270 in Speedline, 120 in Superjet), che chiedono risposte concrete ma a breve termine. Per Speedline (passata a luglio 2023 al fondo tedesco Callista), c’è una richiesta di amministrazione straordinaria presentata ancora a fine luglio scorso attraverso i dati d’insolvenza dell’azienda al Tribunale fallimentare di Venezia, mentre per Superjet, se non si sblocca la questione entro il 31 ottobre 2024, data entro la quale se non arriverà un parere favorevole alla vendita di Superjet, andrà in liquidazione.

Dunque le vicende sono molto delicate e i Segretari generali della Fim Cisl Venezia, Matteo Masiero, e della Fiom Cgil Venezia, Michele Valentini, chiedono agli organi competenti di fare presto.

“Non possiamo permetterci il lusso – spiega il Segretario generale della Fim Cisl Venezia Matteo Masiero – che su Speedline si vada avanti per le lunghe. Nell’udienza dell’11 settembre scorso, ci è stato detto che sarebbe servito ancora del tempo per avere una risposta sul via libera per approvare l’amministrazione straordinaria, chiediamo che si acceleri e arrivi un parere positivo. Rischiamo non solo di perdere una realtà produttiva importante del nostro territorio ma anche di vedere andarsene i lavoratori che non avrebbero più alcuna opportunità d’impiego”.

Lo stesso Masiero spiega come stanno le cose ora nello stabilimento di Santa Maria di Sala. “È dentro a una tempesta perfetta – precisa – il Segretario generale della Fim Cisl Venezia – perché sappiamo bene quali siano le difficoltà in atto nel settore dell’automotive. Il 18 ottobre prossimo a Roma ci sarà una grande manifestazione organizzata da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil per chiedere al governo un progetto industriale chiaro in questo settore e poter intervenire sugli ammortizzatori sociali e dare supporto alle aziende in crisi”. E all’iniziativa nella capitale ci saranno anche dei dipendenti della Speedline.

Passando alla Superjet, il quadro non è più confortante. Anzi. Nei giorni scorsi, c’è stata una manifestazione a Venezia dove l’adesione è stata pressoché totale e i sindacati hanno incontrato il prefetto di Venezia Darco Pellos per salvare l’azienda. Il ballo c’è un investimento del fondo arabo Mark AB Capital da 300 milioni di euro, che dovrebbe portare a 400 gli occupati nella sede di Tessera, oltre all’indotto che ne nascerebbe. Ma la guerra russo-ucraina sta creando molti problemi ma, ad oggi, le azioni russe non sono ancora state scongelate per consentire agli arabi di poter acquistare. In sostanza, per i sindacati il Comitato di sicurezza finanziaria (Csf), istituito al ministero dell’Economia e delle Finanze deve esprimersi perché non si può perdere un’occasione di sviluppo e rilancio così importante per il territorio Veneziano. “Il ministero sblocchi subito la questione – avverte il Segretario della Fiom Cgil Venezia Michele Valentini – perché i documenti sono stati inviati dall’azienda per avvalorare il progetto di rilancio. Il Demanio sta gestendo le azioni di Superjet, ha dato un ultimatum, ovvero il 31 ottobre 2024, si andrà in liquidazione. E non possiamo che essere molto preoccupati”. Valentini lancia un appello alle istituzioni. “Ci diano una mano – aggiunge il Segretario della Fiom Cgil Venezia – e s’interessino a queste vicende per sbloccarle. C’è anche il rischio che l’investitore arabo, non comprendendo queste lungaggini, decida di andare a investire altrove. Si tratta di fondi che dispongono di parecchie risorse ma con poca pazienza”.