Vino di Valdobbiadene commercializzato come Moët & Chandon. E’ la nuova trovata-truffa ad opera di un trevigiano con precedenti penali in materia di contraffazione, in accordo con una ditta di Napoli che riproduceva etichette del noto marchio di champagne. Il vino veniva poi imbottigliato in provincia di Padova e rivenduto ad oltre 40 euro a bottiglia.

E’ così che la Guardia di Finanza di Padova, dopo un periodo di indagini, è riuscita ad incastrare ben otto persone che si operavano nel riprodurre e rivendere il falso Champagne.

A capo di questa organizzazione truffaldina è il trevigiano Claudio Rebuli, 47enne già accusato di contraffazione di occhiali nel 2007 e la compagna Alica Dorcikova, slovacca di 43 anni.

La coppia era affiancata da altre sei persone che rendevano possibile la preparazione ed il commercio del prodotto, tra i quali anche alcuni nomadi di etnia senti.

Il corpo della Guardia di Finanza ha così sequestrato oltre 9.000 bottiglie, 40.000 etichette e 4.000 scatole che avrebbero fruttato nel loro complesso intorno ai 350 mila euro.

A destare il sospetto di un militare delle Fiamme Gialle è stata la mancata numerazione del lotto di produzione che normalmente è stampato sulle etichette del pregiato Champagne.

Sono serviti tre mesi di indagini, pedinamenti ed appostamenti per riuscire a catturare e sgominare la banda della contraffazione del vino.

Matteo Venturini

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