L’eroe della salvezza degli arancioneroverdi stagione 1998-1999

Sono bastati solamente 365 giorni a Massimo Taibi per diventare un eroe della Venezia calcistica. Era la stagione 1998-1999 e l’estremo difensivo rossonero passò in prestito per un anno agli arancioneroverdi. A quell’epoca il Venezia non era un Venezia qualsiasi ma era quello dei “miracoli” dove giocavano calciatori del calibro di Álvaro Recoba e Filippo Maniero. Il tasso tecnico era importante come importante era anche l’allenatore: Walter Novellino. Quella squadra, insomma, aveva tutto per fare bene e fece bene grazie anche alle parate di Taibi che si ritagliò un ruolo da protagonista. La sua prestanza fisica e la sua agilità permisero al Venezia di uscire indenne da molte situazioni difficili. Come dimenticare il rigore parato a Simone Inzaghi il 25 aprile 1999 nel corso di Piacenza-Venezia 0-1 che valse i 3 punti per i Lagunari? Impossibile dimenticarlo, come è impossibile dimenticare la bravura con cui Taibi telecomandava il reparto arretrato composto da difensori rudi ma preziosi come Luppi e Pavan, non certo due giocatori qualsiasi. Mettete insieme quanto abbiamo detto fin ora su Massimo e scoprirete che ancora oggi questo portiere non solo è amato a Venezia ma non è mai stato dimenticato. Si può essere eroi appena per giorno canta David Bowie, nel caso di Taibi almeno per una stagione. Perché è stato effettivamente un eroe avendo contribuito alla salvezza degli arancioneroverdi alla fine degli anni ’90.

Salvezza e non solo

Anche se Massimo Taibi ha giocato per il Venezia solo una stagione, 1998-1999, ha lasciato un ottimo ricordo qui in Laguna. Grazie alle sue parate ha permesso infatti alla squadra, allora allenata da Novellino, non solo di salvarsi, arrivando 11a, ma anche di arrivare agli ottavi di finale di Coppa Italia. Certo, non è mai stato un fenomeno con i piedi e non faceva parte della categoria dei portieri-goleador ma almeno era essenziale nel suo modo di difendere la porta e questo bastava. Forse non era un fenomeno nemmeno nelle uscite dall’area piccola, soprattutto in occasione dei calci d’angolo spioventi, eppure il suo lo ha sempre fatto. Diversamente, non avrebbe potuto giocare per il Milan e successivamente approdare alla corte di Sir Alex Ferguson al Manchester United. Ma quelle sono altre interessanti storie che non hanno nulla a che fare con il Taibi arancioneroverde.

Un cammino di Coppa Italia irresistibile

Il Venezia, come detto in precedenza, non solo fece un buon campionato, salvandosi e classificandosi all’11° posto, ma fece bene anche in Coppa Italia. I Lagunari, superando il Cagliari ai sedicesimi di finale con il risultato di 0 a 0 all’andata e di 2 a 1 al ritorno, si qualificarono per gli ottavi. E agli ottavi di finale ad attenderli c’era niente meno che la Juventus. Il Venezia tenne testa all’avversario uscendo dalla manifestazione ai supplementari e pareggiando entrambe le partite. Ora senza nulla togliere all’ottimo secondo portiere Bandieri, titolare in Coppa Italia, se in quell’occasione avesse giocato Massimo Taibi gli arancioneroverdi avrebbero potuto fare il miracolo. Con i se e con i ma non si fa la storia, è vero, ma l’ex rossonero è sempre stato una certezza così come lo sono stati in quel magico anno Álvaro Recoba e Filippo Maniero.

Parare i rigori, una specialità della casa

Massimo Taibi è stato un fuoriclasse quando si trattava di parare i rigori. Come ricordato nel primo paragrafo, durante il suo anno a Venezia riuscì a fermare dagli 11 metri un certo Simone Inzaghi, ma non fu la sua “unica vittima”. Nel corso della sua carriera si oppose anche a Rivaldo, quando giocava per la Dea, in un Milan-Atalanta 3-3 del 2003, e a uno specialista, allora del Cagliari, come David Suazo. In totale sono 26 i rigori parati da Taibi. Non male per questo estremo difensore che ha vestito più maglie e si è regalato la soddisfazione di alzare al cielo 1 Supercoppa UEFA e 2 Coppe Intercontinentali. La soddisfazione più grande è però quella di essere ancora oggi per la Venezia calcistica un eroe indimenticato e indimenticabile.