Alla vigilia del match al Penzo contro la Reggina, mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, ha incontrato la stampa in videoconferenza.
Mister innanzitutto, come avete vissuto questo periodo di pausa per gli impegni delle nazionali, e come vi siete preparati alla ripresa del campionato?
“E’ stato un riposo importante, perché di questi tempi avere dieci giorni per preparare una partita è tanto, visti i precedenti e dato che ci sarà da da affrontare mese supercompresso. Abbiamo recuperato più di qualche giocatore, che non è sicuramente al top ma comunque torna in squadra, per esempio Dezi, che è un giocatore importante e si è allenato con noi questa settimana. Quanto ai giocatori impegnati nelle nazionali, alcuni sono tornati ieri, Bjarkason invece è tornato stanotte, però non facciamo a tempo a sottoporlo a tampone e quindi non sarà della partita, mentre Ala-Myllymäki ha ancora degli alti e bassi al ginocchio, non è ancora a posto, il post operazione gli dà gonfiore e quindi al momento non ce la fa ad avere continuità di allenamento e quindi neanche di partita; ne convocherò 24 considerato il terzo portiere e Maenpaa. Si è aggiunto da poco Karlsson, sarà in panchina, mentre Mazzocchi è squalificato. Ci presentiamo con le pile caricate, soprattutto pensando a giocatori come Ceccaroni , Fiordilino, Aramu; abbiamo fatto rifiatare più che altro tanti ragazzi che hanno tirato la carretta, ma soprattutto abbiamo speso una settimana senza giocare con Forte, giocatore che comunque vogliamo recuperare al più presto, è il nostro valore aggiunto, sta lavorando bene e penso che, per Cosenza, quindi tra una settimana, possa rientrare, ci sono buone probabilità in tal senso”.
Affronterete una squadra, la Reggina, molto cambiata rispetto all’andata: l’avvicendamento in panchina, gli innesti a gennaio, quindi immaginiamo che si prefigurerà una partita diversa.
“E’ diversa sia in qualche singolo ma soprattutto come valore di squadra, nel senso che sono cresciuti tantissimo, anche con il cambio di allenatore, e nel girone di ritorno hanno fatto molto bene. Quindi sono una delle squadre migliori, per dire: hanno battuto il Monza, hanno fatto risultati importanti, e quindi mi aspetto una partita difficile come lo è stata ultimamente avevo detto tante volte che il nostro calendario ci mette ad ogni partita, ogni settimana, di fronte a delle partite difficili. Io credo che adesso dobbiamo ritornare a fare punti in casa, perché le ultime due partite prima di Monza non le abbiamo steccate dal punto di vista tecnico, ma sotto il profilo del risultato. Inoltre, ci tengo particolarmente a fare bene in casa, perché è la casa anche dei nostri tifosi, pur se non possono essere presenti fisicamente allo stadio. Sappiamo che ci sono con la testa, però. Adesso abbiamo due partite in casa su tre, e dobbiamo fare più punti possibili, anche perché in questo momento i punti pesano tantissimo”.
Anche perché più avanti si va, i punti a disposizione sono sempre meno.
“Infatti, in questo momento storico abbiamo otto partite ancora da disputare, quindi non c’è tanto tempo a disposizione: in un mese, praticamente faremo queste otto partite e poi dopo se siamo bravi continueremo questo percorso, oppure no, ma sempre essendo bravi. Devono succedere cose positive in questo periodo: una incredibile e l’altra ugualmente straordinaria”.
A Reggio Calabria se l’era presa parecchio con i suoi giocatori…
“E’ stata una delle partite, una delle poche dove abbiamo sbagliato l’approccio iniziale, che però ci ha fatto crescere, perché poi da lì abbiamo messo a posto questa cosa, siamo andati là tra un po’ “molli” e siamo andati meritatamente in svantaggio, ma fa anche parte però di quelle partite che abbiamo ribaltato con grande carattere e mettendo un po’ in campo la nostra idea. D’accordo, abbiamo fatto un po’ di “show”, che è successo due tre volte quest’anno, quando l’ho fatto è sempre servito, spero che domani non serva, ma sono convinto che non sbaglieremo l’approccio, perché la posta in palio ormai è talmente alta, e abbiamo lavorato talmente tanto duramente per arrivare fino a qua, che che sarebbe veramente da stupidi sbagliare l’approccio. Sarà una partita difficile, combattuta, però le motivazioni non mancano né a noi né a loro”.
In attacco adesso ha più scelta, tra la soluzione di Aramu e la buona forma di Esposito.
“La bravura sta nel fatto anche di fare in modo che tutti i calciatori si sentano importanti. Probabilmente in questa partita mi serviranno altre caratteristiche rispetto a Monza, con la Spal me ne serviranno altre, quindi è importante per me andare ad attingere dalle risorse del parco attaccanti, in questo caso, ragionando solamente a livello strategico. D’altronde, uno dei nostri punti di forza, secondo me, sta nel fatto che cambiando gli elementi, cambiando sistema, le cose non sono cambiate, o magari sono cambiate in meglio”.
Lo schieramento di Monza, con le punte rapide, potrebbe essere riproposto, almeno fino a quando non tornerà Forte?
“Come no? Credo che, quando ci sono partite dove ci sono degli spazi da attaccare, quattro incontri delle squadre con difesa molto alta, o che magari hanno dei centrali non particolarmente veloci, possa essere una soluzione assolutamente adottabile. Chiaramente, il gioco diventa un po’ più centrale, e un po’ meno laterale, nel senso che se andiamo sui cross, in area, non hai grande presenza di colpitori o duellanti, ma devi lavorare sui cross bassi, arrivando in rimorchio, con inserimenti. Inoltre va detto che abbiamo altri due attaccanti: Maleh e Fiordilino, perché sono costantemente dentro l’area, quindi a parte quei tre ne abbiamo spesso quattro, se non cinque, quindi in base alle caratteristiche, al tipo di partita, è un modo di interpretare che mi piace molto, perché io amo la velocità, l’uno contro uno, cose che mettono in difficoltà le difese, perché magari prediligono duello fisico ma soffrono il gioco veloce, o in profondità, oppure essere puntati in campo aperto. Valutazioni da fare di volta in volta”.
Comunque sempre senza dare riferimenti precisi agli avversari.
“In tal senso ho utilizzato Aramu sotto “falso nome”, più due veloci come Johnsen e Di Mariano, che attaccano gli spazi, corrono molto, adatti a mettere in difficoltà i loro difensori, che magari in campo aperto potevano avere qualche difficoltà in più”.
Quindi un sufficiente bagaglio di scaltrezza e rapidità per fare comunque abbastanza male agli avversari.
“Sono delle caratteristiche che comunque ho chiesto alla società, la quale è stata bravissima a darmele; nel mio parco attaccanti, in campo, c’è sempre stato un giocatore veloce, qualche volta anche entrambi, a costo di giocare con quattro punte quando c’era anche Forte, pure con tutti e quattro, però mi serviva quella determinata caratteristica di velocità; perché secondo me, per il nostro modo di giocare, e per come vedo io il calcio, possiamo mettere in difficoltà chiunque, e noi abbiamo due giocatori al top della categoria per questo come Di Mariano e Johnsen, più Esposito che è un “ibrido” tra la prima punta e la seconda punta; dipende da quanta centralità vogliamo dare al gioco. Comunque siamo molto assortiti”.
Voi, pur non dando particolari punti di riferimento per disorientare un po’ gli avversari, siete riusciti ad essere una squadra con una identità ben precisa: come ci siete riusciti?
“Credo che questo sia un concetto su cui abbiamo iniziato a lavorarci già dai primi giorni: ho sempre parlato di duttilità tattica, in cui credo molto: noi abbiamo un’identità ben precisa per quanto riguarda la fase di non possesso, come pure in fase difensiva con il nostro essere corti e compatti nei reparti, mentre nella fase offensiva si va lavorando per principi di gioco, e non per per giocate prefissate, dove cioè non c’è il il ragionamento da parte del giocatore: questa cosa viene se ci si allena sempre in situazione, vale a dire mediante l’utilizzo dell’ avversario. In settimana, noi mettiamo sempre dentro l’avversario come probabilmente verrà a giocare, o come gioca e i ragazzi imparano a trovare la soluzione per andare a fargli male. Questa è una ricerca degli spazi, che va al di là del sistema di gioco , a prescindere se mettiamo due punte o tre punte: è invece una strategia tattica generale. La collaborazione che c’è tra di loro è il segreto, che va ad annullare tutti quei discorsi in base ai quali il sistema di gioco è determinante per una squadra. Nel nostro caso siamo riusciti a fare in modo che abbiano invece un livello altissimo di collaborazione tra giocatori di diverso reparto e tra giocatori di catene di gioco laterali, diversi. Questo fa sì che se devo fare una scelta strategica che se anche metto due punte oppure il centrocampo a due, non cambia nulla. I principi di gioco generali sono gli stessi, al di là del sistema, cambia dove vogliamo andarli a colpire, se centralmente oppure lateralmente”.