Mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC, in conferenza stampa - foto Notizieplus
Mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC, in conferenza stampa - foto Notizieplus

Alla vigilia di Venezia-Sudtirol, mister Paolo Vanoli, allenatore della squadra lagunare, ha incontrato la stampa in videoconferenza.
Ecco le sue dichiarazioni.
Mister Paolo Vanoli, quale insegnamento avete tratto dopo la sconfitta contro la Cremonese’ E facendone tesoro, come vi siete allenati durante la settimana?
“Ci siamo allenati con la rabbia giusta, per essere carichi per questa partita. Dopo la sconfitta contro la Cremonese, siamo usciti consapevoli delle nostre forze. Deve essere uno stimolo maggiore per affrontare le prossime due gare in casa”.
Che tipo di squadra è il Sudtirol?
“Il Sudtirol è pericoloso, è una squadra che sa lottare e combattere, poi quando cambi allenatore tornano degli stimoli. Prevedo quindi una partita molto delicata, ne siamo consapevoli, ma al contempo sappiamo che il fortino del Penzo, con il nostro pubblico, è come avere un giocatore in più, dobbiamo quindi saperlo sfruttare”.
A Cremona le assenze si sono fatte sentire. Può essere un fattore determinante, anche in vista del calciomercato di gennaio?
“Non è il mio obiettivo, perché credo in questi giocatori. Non siamo ancora maturi per gestire gli eventi, questo è il punto, secondo me. Ma la sconfitta è stato un evento positivo, nel senso che la mia squadra ha voluto a tutti i costi vincere. Ed è lì che urlavo dalla panchina la mia preoccupazione, perché se ti deconcentri, poi non mantieni più l’equilibrio. Non è questione di uomini, ma di essere più bravi. Se ci pensate, dopo l’espulsione, abbiamo avuto due grandi occasioni da goal, dopodiché ci siamo demoralizzati. Per una squadra come la nostra, che dopo un percorso eccezionale si trova lì, a volte deve diventare più “pensante”, nel senso di avere più pazienza, io ho sempre detto che non è una questione di assenti se abbiamo perso la partita. E questo nonostante sia quasi tutto l’anno che siamo in emergenza, là dietro. Mi farebbe piacere avere sempre la rosa al completo, chiaro. Ma noi dobbiamo essere bravi ad essere lì e capire le situazioni”.
Esistono anche sconfitte “salutari”, quindi, oppure è un falso mito?
“A parer mio, le sconfitte ti aiutano a crescere. Quando hai un’idea e un’organizzazione di gioco, è proprio quello che ti aiuta a uscire. Ho imparato che, quando sei in difficoltà ma hai un’organizzazione di gioco, ne esci. Nessuno è imbattibile soprattutto in serie B, ma non bisogna fare tragedie, perché in questo campionato ci sono più squadre che lottano per essere in alto. Pertanto, bisogna essere bravi a stare lì per il rush finale. Oggi non dobbiamo guardare la classifica, ma pensare al Sudtirol”. 
In difesa quindi c’è ancora uno stato di emergenza?
“Questa settimana abbiamo recuperato Olivieri, come anche Svoboda: quest’ultimo ha fatto bene durante la settimana. Lo sprono, perché questi ragazzi devono imparare a diventare vincenti. E io sono il primo a credere in lui, il nostro staff medico è stato bravissimo a prepararlo, ora si è aggregato al gruppo. Quanto invece a Pohjanpalo, si è allenato con noi, decideremo all’ultimo se tenerlo in panchina o inserirlo in campo. L’unico per il quale ci vuole più tempo ancora è Joronen, ma anche lui è un grande professionista, sappiamo quanto è importante per noi. La bellezza del gruppo è che tutti stano lottando per un obiettivo”.
Si potrà, insomma, vedere qualcosa di diverso in campo, ad esempio Candela al centro?
“Non esageriamo, se avessi bisogno c’è anche Busato, per dire. Svoboda è recuperato, come detto, ma non dobbiamo dimenticarci che sono 6 mesi che non gioca in una partita. Per emergenza lo porto con noi, bisogna vedere come va la partita per capire come e quando inserirlo. Per il resto è normale che, se dovessi giocare a 5, Candela è un giocatore che mi piace molto in qualità di braccetto o quinto di difesa, come anche Ullmann. Sto venendo in questi ragazzi che, quando perdono, gli dà fastidio, il che è un buon segno”.
Pensa che riproporrà, a centrocampo, Jajalo in qualità di playmaker e le due mezzali statunitensi?
“Ho la fortuna di avere sette centrocampisti. Sapete bene che cosa penso di Jajalo, per noi è indispensabile, come Modolo del resto, ma capiremo di partita in partita che cosa ci serve. Ho la fortuna che sono tutti centrocampisti che mi stanno mettendo in difficoltà, ed è un grande pregio. Pure i giovani sono cresciuti molto, anche di mentalità, e devono avere la mentalità di aumentare le performances per tenersi il posto in campo”. 
Ha detto qualcosa in particolare a Bertinato per quell’uscita, in occasione del goal? Lo ha tranquillizzato?
“Io non tranquillizzo nessuno: anzi, gli metto ancora più pressione. Gli ho detto: “Benvenuto nel mondo delle critiche”, perché per diventare più forte devi passare anche per quello, saper superare gli ostacoli. Non è dicendo “bravo, non fa nulla”, che cresci. Non mi sono arrabbiato su quell’uscita, ma piuttosto sull’ultimo rinvio corto che ha fatto al 90esimo. Sono convinto che, finora, Bruno abbia dimostrato personalità, che abbia fatto sempre bene, e che quando succede qualcosa la colpa è di tutti, ma deve essere anche un insegnamento. Quando giochi sette-otto partite, come ha fatto appunto Bertinato, hai la grossa opportunità per dimostrare chi sei. La mentalità ti deve bruciare dentro”.