Morte per malore in servizio del dipendente di Sicuritalia, Fisascat: “Troppe ore in servizio e 400 chilometri al giorno in auto”

“Esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia del dipendente di Sicuritalia che lunedì sera ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Antonio De Marco era un iscritto Cisl, un lavoratore stimato e conosciuto. Questa tragedia fa emergere ancora una volta ciò che come Fisascat denunciamo da tempo: i dipendenti dei servizi di sicurezza e della vigilanza privata lavorano in condizioni ormai inaccettabili, con un contratto scaduto da oltre 6 anni, con turni massacranti, con stipendi insufficienti e in costante violazione delle norme di legge in materia di sicurezza”.
Una tragedia che forse poteva essere evitata secondo la segretaria generale della Fisascat Belluno Treviso Patrizia Manca la morte di De Marco, trovato senza vita la sera del 25 aprile in centro a Treviso, a pochi passi dall’auto con cui stava svolgendo il servizio di vigilanza per conto di Sicuritalia.
Il nostro iscritto – aggiunge Rosario Gambino, delegato sindacale della Fisascat – stava facendo troppi straordinari, comandato in servizio di pattugliamento continuato per mancanza personale: percorreva 400 chilometri al giorno in auto. Lo scorso dicembre un altro collega ha avuto lo stesso problema a Montebelluna, ma, con un infarto in atto, ha trovato la forza di trascinarsi fino all’ospedale. È stato operato d’urgenza ed è rientrato a lavoro da un paio di mesi. Anche lui, come De Marco, era da solo e con orari assurdi. Ma Antonio, in particolare, stava facendo veramente ore su ore in questo periodo, davvero troppe”.
Un’altra questione da sottolineare è che si trovava in servizio da solo e che forse – prosegue Gambino – “con regole e disposizioni diverse da parte della autorità prefettizie, ad esempio con l’espletamento del servizio in due per pattuglia, il collega e nostro iscritto si sarebbe potuto salvare”.
Lunedì 2 maggio – sottolinea la segretaria generale Patrizia Manca – gli addetti della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza saranno di nuovo in sciopero per chiedere il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto nel 2015, ma non solo. È profondo il disagio e lo stato di sofferenza dei lavoratori del settore, con stipendi insufficienti, la costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza e la cronica carenza di tutele adeguate rispetto all’evoluzione del settore. Teniamo anche conto che questo tipo di attività è basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate per la tutela della professionalità e dell’occupazione espone migliaia di persone alla mera logica del massimo ribasso”.