Non c’è pace per la Banca Popolare di Vicenza. Al centro dell’inchiesta sulla crisi del sistema bancario, affrontata questo mese su Notizie Plus in edicola, il più antico istituto di credito veneto deve ora vedersela con l’offensiva legale mossa dal suo più grande debitore insolvente, Maurizio Zamparini.
Il vulcanico presidente del Palermo Calcio, ex patron del Venezia e della catena commerciale Mercatone Zeta, possiede infatti la Monte Mare Grado Srl, società che risulta esposta con la Popolare di Vicenza di circa 58 milioni di euro: finanziamento concesso a Zamparini dieci anni fa dall’allora presidente di BPVI Gianni Zonin, per acquistare un terreno fabbricabile a Grado di 1,35 milioni di metri quadri, sul quale l’imprenditore friulano intendeva edificare un mega-complesso termale del valore di mezzo miliardo di euro.
Morale della favola: Zampa ha appena fatto causa a BPVI per «induzione al finanziamento del progetto e induzione all’acquisto delle azioni». Visti lo spirito ruspante e il temperamento guerriero del personaggio, è abbastanza comprensibile che voglia tentarle tutte pur di evitare il rientro “a babbo morto” di un vecchio finanziamento risultato improduttivo. Ma la cosa più probabile è che si tratti di un mero espediente finalizzato a prendere tempo, poiché, come raccontato dallo stesso magnate friulano, l’elitario progetto turistico è entrato nel mirino di investitori britannici pronti ad acquisirne l’intero pacchetto, debito incluso. E’ bene allora sperare che la trattativa vada a buon fine: ciò consentirebbe da un lato il saldo della posizione scoperta (che da sola occupa il 10% dell’intero monte-insoluti gravante sul credito della Popolare di Vicenza), e dall’altro il varo di un’operazione turistica d’elite che darebbe ulteriore lustro alla costa giuliana, e soprattutto garantirebbe 3.000 nuovi posti di lavoro. Questo almeno è ciò che dice il “vangelo secondo Zampa”!