Il primario Scevola e la dottoressa Galioto assieme ad alcuni medici corsisti al loro primo giorno di Scuola di ecografia
Il primario Scevola e la dottoressa Galioto assieme ad alcuni medici corsisti al loro primo giorno di Scuola di ecografia

Primo giorno di Scuola d’ecografia per internisti, gastroenterologi, chirurghi, nefrologi, geriatri e medici di pronto soccorso arrivati oggi da tutta Italia all’ospedale di Dolo.

I 18 allievi si aggiungeranno ai 250 ecografisti formati in tredici anni anni di corso di alta specializzazione offerto dall’Ulss 3 Serenissima. Un percorso che ha educato alla tecnica dell’ecografia anche pneumologi, fisiatri, anestesisti, medici di famiglia e medici del lavoro. Per la prima volta le lezioni si trasformano anche in insegnamento per specializzandi dell’Università di Padova: inserito nel programma formativo della Scuola di specializzazione in Medicina interna (diretta dal professore Roberto Vettor), quest’anno la Scuola di ecografia di Dolo ha riservato agli universitari otto banchi.

La Scuola di ecografia, riconosciuta Siumb (Società italiana di ultrasonologia in medicina e biologia), è l’unica nel veneziano e ne conosce due altre sole nel Veneto. Avviata dall’allora primario di Medicina di Dolo Giuseppe Marin, il corso è passato in eredità all’attuale direttore del reparto, Moreno Scevola, “con l’obiettivo di mantenere i medici aggiornati con le realtà scientifiche nazionali e internazionali, e di permettere ai nuovi corsisti di acquisire confidenza con una metodica oramai sempre più indispensabile nell’affrontare il paziente internistico e non – spiega il primario Scevola -. I colleghi verranno preparati nella teoria, e poi sul campo, ad usare al meglio l’ecografo, seguendoci anche in ambulatorio e in corsia. L’ecografo sta diventando sempre di più uno strumento presente nei vari reparti ospedalieri, perché permette di perfezionare la diagnosi con una metodica non invasiva. Quando il paziente è in carico a un determinato reparto, diventa così più facile per il medico gestirne l’iter diagnostico terapeutico senza farlo spostare”.

Il corso si articola in una parte teorica di 20 ore, che è propedeutica alla frequenza pratica dell’attività in ambulatorio di ecografia e in reparto, per un totale di 120 ore per allievo. Al termine del corso lo studente sostiene un esame, il cui superamento conferisce l’attestato pratico di base Siumb.

Oltre al direttore Moreno Scevola, gli insegnanti del corso sono radiologi, internisti, angiologi ed endocrinologi degli ospedali di Dolo e Mestre. Per la parte pratica saranno poi presenti la coordinatrice del corso Alessandra Galioto, medico internista di Dolo, insieme all’epatologa Chiara Pilutti, l’angiologo Michelangelo Marobin e l’endocrinologa Francesca Sanguin. Il professor Roberto Stramare, del dipartimento di medicina servizio di radiologia dell’università di Padova, sarà il garante del corso per la Siumb.

“Se una struttura all’avanguardia, densa di tecnologie di prim’ordine come l’ospedale di Dolo, non avesse l’intelligenza e la volontà di chi ci lavora dentro, non andrebbe da nessuna parte, perché dietro alla tecnologia ci sono i medici – spiega il dg dell’Ulss 3 Edgardo Contato -. L’ospedale di Dolo, che con i suoi professionisti è stato in prima linea nella lotta al Covid, con questo corso di alto livello rende quindi disponibili questa tecnologia e queste conoscenze anche per cercare di catturare l’attenzione dei nuovi medici, di attrarre in questo luogo una serie di intelligenze nuove, di giovani che possono rilanciare il futuro della sanità. Spero che il vostro investimento di vita – dice rivolgendosi agli studenti più giovani – sia all’interno della sanità pubblica, grande patrimonio che va tutelato e difeso, e che tanto vi sta dando anche a livello di formazione”.

“Un corso di questo tipo è prezioso perché, al di là della capacità tecnica, vi insegnerà che non esiste un medico bravo a fare le ecografie: il medico bravo è colui che oltre ad avere queste abilità sa mettersi in relazione con i colleghi – aggiunge loro il direttore sanitario Giovanni Carretta -. Noi medici dobbiamo sapere che quando ci relazioniamo con colleghi che hanno altre competenze oltre alla nostra, il nostro punto di vista si arricchisce, a beneficio nostro e del paziente. La multidisciplinarietà guiderà il vostro futuro”.