L’acidità di stomaco è un disturbo molto frequente. Spesso è associato anche ad altre problematiche (come, ad esempio, il reflusso gastroesofageo) e può essere aggravato a causa di un’alimentazione errata.

Alcuni cibi, infatti, causano gonfiore addominale, pesantezza o aerofagia con conseguenze potenzialmente negative anche a livello digestivo.

Acidità di stomaco: l’importanza di curare l’alimentazione

Per poter curare l’acidità è necessario riuscire a risalire alle cause scatenanti alla base del problema. Tuttavia, se si soffre di bruciore di stomaco o di gastrite, è consigliato evitare di assumere determinati alimenti che possono irritare ulteriormente la mucosa gastrica. Così come masticare i cibi lentamente, cercando di limitare situazioni di ansia e stress.

Ben vengano, dunque, alimenti leggeri (meglio se cucinati al vapore o bolliti), patate lesse, riso o carni bianche, pesce e verdure cotte. Inoltre, non vanno sottovalutate anche le proprietà benefiche della pectina: consumare frutta non acida, infatti, aiuta a digerire e permette di regolarizzare l’intestino, favorendo l’evacuazione.

I cibi da evitare

Per limitare gli effetti collaterali e l’acidità di stomaco vanno abolite le pietanze piccanti, gli alcolici, le bevande eccitanti e le gomme da masticare che incrementano l’acidità gastrica. Banditi anche i cibi grassi o elaborati, i fritti e gli alimenti irritanti per le mucose o che tendono a gonfiare.

Infine, in una dieta specifica per il bruciore va ridotto anche il consumo di cioccolato, alimenti bollenti, broccoli, cavolfiori, fagioli, formaggi stagionati e salse. Riducendo anche l’assunzione di pomodori, cipolla e di tutte le varietà di agrumi.