Il virus sinciziale colpisce adulti e bambini, ma nei neonati tende a manifestarsi con maggior severità. Perché quest’anno è così grave?

Virus sinciziale, l’allarme dei medici

Nell’autunno 2021 e nell’inverno 2022 si sta verificando un gran numero di casi di virus respiratorio sinciziale tra i più piccoli, con sintomi talvolta anche piuttosto gravi. Molti neonati, infatti, nei mesi scorsi sono stati ricoverati nei reparti pediatrici e nelle terapie intensive di tutta Italia con bronchioliti e polmoniti provocate da questo virus.

I pediatri, dunque, hanno lanciato l’allarme, perché quest’anno la situazione sembra essere davvero molto seria. E la responsabilità è, almeno in parte, del Covid.

Il rientro a scuola dei bambini e l’allentarsi di determinate misure di sicurezza – come l’utilizzo delle mascherine e il frequente lavaggio delle mani – ha portato ad un repentino aumento dei casi di neonati che hanno contratto la malattia. Il problema, tuttavia, non riguarda solo la diffusione del virus, ma anche (e soprattutto) la sua gravità.

E questo dato è particolarmente preoccupante, perché di fatto attualmente non esiste un vaccino efficace.

RSV: che cos’è

Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un patogeno che figura tra le principali cause di infezioni dell’apparato respiratorio nei bambini.

Si manifesta con sintomi spesso trascurati (perché simili a quelli di una normale condizione influenzale) come tosse, raffreddore, respiro sibilante o febbre. Adulti e bambini in età scolare lo contraggono con molta facilità, ma nella maggior parte dei casi ne guariscono spontaneamente, dopo qualche giorno.

Tuttavia, gli stessi diventano facilmente vettori di contagio per i neonati, che invece sono maggiormente soggetti a manifestare sintomi e ad eventuali complicazioni.