Anche il mondo produttivo del settore artigiano guarda con grande preoccupazione a ciò che sta accadendo alle porte dell’Europa e alle sue conseguenze. La crisi diplomatica tra Russia e Ucraina, le sue incertezze, le prime iniziative militari, stanno già facendo male alla popolazione e all’economia globale: una linea di non ritorno forse è già stata superata, ma è necessario evitare gli errori del passato.

È un no perentorio alle sanzioni quello che arriva da Casartigiani: «Ripercorrere la via delle sanzioni verso la Russia», sottolinea il direttore Salvatore D’Aliberti, «significa aumentare le difficoltà per le imprese del Veneto. Già con quelle del 2014 abbiamo avuto una forte contrazione delle esportazioni, ripetere oggi la stessa azione rischia di compromettere i tanti rapporti economici con questo Paese che negli ultimi decenni si erano consolidati».

Sono tanti i settori che rischiano di pagare il prezzo di questa crisi, sia nell’ambito manifatturiero, che vede un notevole volume di esportazioni verso la Russia, sia in quello turistico. A questa dimensione si aggiunge quella, ancora più di attualità, dei costi dell’energia: «Queste sanzioni potrebbero penalizzare le nostre imprese nell’ambito energetico, aumentando ulteriormente i costi», fa notare D’Aliberti, «Riduzione di fatturato e aumento dei costi energetici ci porterebbero sicuramente a una contrazione dei dipendenti delle aziende con ripercussioni economiche sociali».

Secondo l’associazione di categoria è il momento che l’Europa si faccia sentire rappresentando i propri interessi senza dimenticare la propria base sociale e produttiva: «La via del dialogo riamane quella preminente», conclude D’Aliberti, «Le istituzioni europee devono capire che non sempre gli interessi dell’America corrispondono con i nostri. Le divisioni dei paesi europei non hanno permesso all’Europa di essere un interlocutore valido per la Russia, da qui emerge un dato che sembra riportarci al passato: Russia e America si rapportano tra loro, con tensioni crescenti. Riteniamo che l’Europa debba riprendere un rapporto autonomo e politico con la Russia riconoscendo le ragioni degli uni e degli altri. Anche come membri della Nato non dobbiamo lasciarci coinvolgere in guerre ingiustificate, l’esempio più lampante è quello dell’Iraq, dove le prove delle armi di sterminio di massa non sono state mai trovate. Fu una guerra inutile che è costata solo vite umane, non si deve ripetere».