Angelo Faloppa
Angelo Faloppa

“Sono profondamente indignato e al contempo preoccupato per come si sta trattando il turismo”. Angelo Faloppa, presidente mandamentale di Confcommercio San Donà-Jesolo e vice presidente provinciale della medesima associazione interviene in merito al nuovo “decreto Covid-19” valido fino al 31 luglio e che prevede ancora tutta una serie di restrizioni, compresa quella del coprifuoco alle 22 (c’è la proposta di spostarlo alle 23). “A parole tutti, nel Governo, continuano a dire che il turismo è uno dei più importanti comparti dell’economia del nostro Paese, ma nei fatti dimostra che non sa fare turismo. Le
notizie sparate in prima serata sui tg, evidenziano solo messaggi di ristrettezze e limitazioni fino al 31 luglio; questo sarà l’unico messaggio che rimarrà impresso nella memoria di quanti stanno decidendo dove andare in vacanza. Spagna, Grecia ed altre località internazionali, ringraziano. Ed anche la notizia delle ultime ore sulle tre tipologie di green pass creerà ulteriore confusione tra la gente, gli stessi imprenditori e, soprattutto,
ai potenziali turisti”.
Faloppa si dice molto preoccupato, ma anche indignato. “Persino imprenditori moderati come me, dopo questi messaggi che stanno uscendo, si sentono profondamente indignati e si vergognano della situazione che si sta creando nel nostro Paese.
Chiediamo che chi è deputato a dare notizie e informazioni, dalle istituzioni che le forniscono ai media che le divulgano, siano consapevoli del peso delle loro parole. Oggi più che mai abbiamo bisogno di certezze e di una corretta e precisa informazione. Questa babele di notizie rischia di farci fare una estate peggiore di quella dello scorso anno”.
“Nell’estate 2020 – continua Faloppa – gli imprenditori hanno dimostrato di sapere rispettare le regole e farle rispettare. Unitamente alla bella stagione, che ha agevolato la riduzione della diffusione del virus, non si sono registrati casi di contagi lungo tutto l’arco dell’estate”.
Faloppa chiude con una stoccata ai virologi della tivù. “Sono le star del momento e sembra facciano a gara a chi la spara più grossa, andando in competizione con gli stessi loro colleghi. E tutto per avere più ascolti e fare parlare, a discapito e sulla pelle dell’economia, degli imprenditori e di migliaia di collaboratori stagionali che attendono ansiosi di potere iniziare a lavorare”.