Si sostengono reciprocamente tra colleghi (del gruppo unico alimentare), alzano la saracinesca al mattino presto, incoraggiano la spesa telefonica con sconti e mantengono la disciplina di prevenzione del decreto dispensando – con l’esempio – responsabilità, correttezza e fiducia. E’ questo l’approccio dei piccoli commercianti di generi alimentari, indispensabili nell’emergenza, gli unici, insieme a farmacie ed altre categorie economiche selezionate, che possono tenere aperto per garantire la sussistenza alla popolazione.  Si tratta “dell’amazon reale” del piccolo commercio che ogni giorno lavora (con gel, mascherine e metro per contingentare gli ingressi) trasformando il momento dell’acquisto in un momento di rassicurazione ed informazione nel timore generale. 

“La spesa sottocasa al tempo del coronavirus – spiega Riccardo Zanchetta, presidente del Gruppo Alimentare Confcommercio (in foto il banco del negozio a Casale sul Sile) – ci spinge a stringere alleanze sempre più autentiche con i consumatori e ci fa riscoprire il valore del servizio di vicinato e del commercio di prossimità. Troviamo il tempo, ogni giorno, di augurare una buona giornata a tutti e, anche se ricorderemo questo periodo come uno dei peggiori della nostra vita”- assicura Zanchetta- “siamo consapevoli dell’importanza del nostro lavoro  e della nostra serietà che i clienti possono testare nei piccoli negozi come in nessun altro luogo”.

“Io ed altri colleghi – conferma Renzo Ghedin, con negozio nel quartiere Eden, presidente del mandamento di Treviso fin dai primi decreti, abbiamo incoraggiato la spesa telefonica con sconti specifici per ridurre il tempo di permanenza nel negozio, senza nulla togliere alla qualità dei prodotti ed al servizio. Nei quartieri e nei piccoli paesi siamo il punto di riferimento e di sicurezza per tanti, contribuiamo a divulgare le informazioni sul decreto ed il decalogo di prevenzione”.