“Alboreto is nothing!” esclamava il compianto Guido Nicheli nel capostipite dei cinepanettoni esaltando le sue capacità di guida nella tratta Milano-Cortina d’Ampezzo. Ed alla fine l’asse tra la capitale italiana della moda e dell’economia e la Perla delle Dolomiti si ripropone oggi, con l’ufficializzazione della sede olimpiaca invernale 2026. Un’occasione di rilancio a tutto tondo, non limitata alla dimensione sportiva.
Cortina ha vissuto il suo apice quanto a splendore proprio in funzione delle Olimpiadi invernali, quelle del 1956 che incoronarono la cittadina ampezzana quale gioiello assoluto di una zona da sogno. Non è un caso che gli impianti simbolo di quella avventura, il trampolino olimpico e lo stadio del ghiaccio, siano assurti in breve tempo ad icone stesse di Cortina, al punto da obbligare chiunque ad una visita o da essere ripresi in pellicole di successo – una su tutte, “For Your Eyes Only”, dodicesima pellicola della Bond saga e quinta con sir Roger Moore nei panni dell’agente segreto più famoso e più desiderato al mondo.
Rispetto al 1956 però la situazione infrastrutturale di Cortina richiede un profondo aggiornamento. Non solo perché gli impianti, all’epoca all’avanguardia, oggi appaiono appena adeguati alle esigenze. Se lo stadio del ghiaccio è stato oggetto di un significativo intervento che lo ha reso fruibile quasi 365 giorni l’anno pur a prezzo di qualche scomodità, il trampolino necessita di una robusta ristrutturazione e gli impianti di risalita devono poter contare su una rete di collegamenti maggiormente efficiente.
A livello di vie di comunicazione Cortina purtroppo si è ritrovata sempre più isolata. L’abbandono della Ferrovia delle Dolomiti, chiusa dopo anni di disinteresse e di incidenti dovuti all’incuria, ha privato la zona di un mezzo pratico ed alla portata di tutti che consentiva un agevole collegamento con la pianura passando per lo snodo di Calalzo e la possibilità di ricongiungersi alla Pusteria attraverso il comprensorio della Val di Landro. L’eliporto è stato oggetto di varie dispute per questioni di onerosità della gestione mentre le statali del circondario sono esposte in almeno due casi (Acquabona e Passo Tre Croci) al costante rischio di frane.
La stessa cittadina ha osservato a cavallo del cambio di millennio un periodo di decadenza dovuto ad una minore attrattiva a causa anche della spietata concorrenza circostante, da una Val Badia agguerrita e capace di attirare con il brand più turisti alla già citata Pusteria che ha fatto di innovazione, sostenibilità ed ampliamento dell’offerta i propri cavalli di battaglia. Ora però con le Olimpiadi il quadro potrebbe cambiare radicalmente.
L’occasione a cinque cerchi è storica, probabilmente unica. I progetti sul tavolo sono molti ed affascinanti. Da anni si parla di una nuova Ferrovia delle Dolomiti, di una superstrada che surroghi o sostituisca l’attuale Alemagna, di una riorganizzazione della zona. Tutte iniziative che potrebbero rilanciare il fascino e l’unicità della conca ampezzana che, sfruttando anche il traino e successivamente il lascito olimpico, potrebbe finalmente riportarsi sul trono occupato a lungo. Per le Dolomiti ed il Veneto l’opportunità è evidente: lasciarsela sfuggire sarebbe deleterio. Gli imminenti Mondiali di sci 2021 saranno un primo test della situazione impianti ma è chiaro che in chiave olimpica certi interventi non potranno più essere rimandati.