Un agriturismo nel veneziano
Un agriturismo nel veneziano

Pioggia di disdette per Pasqua negli oltre cento agriturismi Veneziani. Il lock down pasquale taglia dell’80% il fatturato a ristoranti e attività agrituristiche che tradizionalmente erano impegnate nei pranzi e cene per famiglie. E’ quanto stima Coldiretti che parla di accumulo di perdite milionarie per il settore: il periodo in questione infatti coincideva con l’avvio della stagione primavera estate – ora invece con l’ipotesi della  chiusura forzata del ponte del Lunedi dell’Angelo proposta dal Comitato tecnico scientifico (CTS) per fronteggiare la diffusione dei contagi COVID, la situazione si rende seriamente irrecuperabile.  “Le chiusure dei fine settimana primaverili che valgono in l’80% del fatturato, già ridotto al minimo dallo smart working, dall’assenza di turisti e dalle chiusure forzate, rappresentano il colpo di grazia per il settore.– afferma Tiziana Favaretto presidente di Terranostra Venezia- se poi a questo aggiungiamo che le attività didattiche con le scuole sono bloccate da un anno, e molti tra gli agriturismo offrono questo tipo di servizio, ebbene c’è da piangere! ”

Le conseguenze si fanno anche sentire direttamente sui fornitori di cibi e bevande.

Una prospettiva che rischia di travolgere a valanga – sottolinea la Coldiretti – interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con prodotti invenduti.  Le difficoltà del circuito si trasferiscono su 7mila imprese agricole veneziane che realizzano un fatturato agroalimentare di quasi un miliardo di euro. Anche alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione sarebbe importante consentire le aperture nei locali della ristorazione dove sono state adottate le misure di sicurezza, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.