L’empatia è la capacità di riuscire a comprendere i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona, manifestando un reale interesse nei confronti dell’altro individuo.

Questa virtù si basa su una relazione di scambio con l’altro: una persona empatica, infatti, mette in secondo piano le proprie percezioni così da poter comprendere appieno (anche) quella dell’interlocutore.

Empatia: che cos’è

Il termine empatia deriva dal greco: “en-pathos” tradotto letteralmente significa “sentire dentro”. Parliamo, dunque, della capacità di mettersi al posto degli altri, capendo la loro prospettiva così da poter dare anche una risposta affettiva.

Una persona empatica di fatto non è giudicante e manifesta un ascolto attivo. E questa sua capacità aiuta a ridurre la distanza con l’interlocutore.

L’importanza dei neuroni specchio

Nelle aree del cervello deputate ai movimenti si trovano i cosiddetti “neuroni specchio”, ovvero particolari neuroni che si attivano in presenza di un qualsiasi gesto non solo nella persona che compie il movimento, ma anche nel soggetto che lo sta osservando.

Secondo la teoria elaborata dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, dunque, osservando quello che fanno le altre persone possiamo capire le loro intenzioni, provare empatia ed imparare.

Le possibili patologie

Ogni individuo può essere più o meno empatico, ma una totale mancanza di questa capacità può essere indice di alcune patologie. Un soggetto totalmente non empatico, infatti, può arrivare a manipolare gli altri senza curarsi di provocare sofferenza e senza provare rimorso.

Entrando nel dettaglio, la psicopatia (ovvero l’incapacità di provare empatia) è una caratteristica che si può riscontrare in alcuni disturbi della personalità, come ad esempio quello antisociale o quello narcisistico. Non provando empatia, infatti, un soggetto affetto da questi disturbi può raggirare gli altri e sfruttarli senza porsi limiti.