Il Ginkgo biloba è utilizzato per contrastare naturalmente i disturbi di memoria e le condizioni associate alla riduzione del flusso di sangue al cervello (come mal di testa, vertigini, acufeni, difficoltà di concentrazione e disturbi dell’umore).

Inoltre, può essere impiegato anche in presenza di altri problemi associati a disturbi della circolazione, dolori alle gambe e sindrome di Raynaud. Infine, l’estratto di foglie di Ginkgo è utilizzato in caso di problemi cognitivi associati alla malattia di Lyme o alla depressione, disfunzioni sessuali, glaucoma, retinopatia diabetica e degenerazione maculare senile.

Ginkgo biloba: una soluzione green

Secondo una ricerca dell’Accademia Romana di Storia della Farmacia e Scienze Farmaceutiche di Viterbo il Ginkgo biloba è tra le piante più efficaci per affrontare tutta questa tipologia di problemi. Inoltre, stando ai ricercatori, potrebbe essere utile anche per trattare patologie più gravi, come il morbo di Alzheimer.

Il “segreto” di questa pianta- di origine cinese, ma presente nelle erboristerie italiane da quasi tre secoli- è l’altissima presenza di bioflavonoidi. Tali composti fenolici hanno un’azione antiossidante, contrastano le degenerazioni cellulari e rafforzano i capillari.

Inoltre, grazie alla sinergia con i ginkgolidi, agiscono sul circolo venoso periferico del cervello, a tutto vantaggio della memoria.

Durata del trattamento

Per ottenere dei benefici è opportuno utilizzare la tintura madre, perché in questa formulazione i principi attivi sono particolarmente attivi e stabili. La dose consigliata è di 30 gocce, da assumere in un bicchiere d’acqua prima di colazione.

Tuttavia, nel caso ci sia la necessità di stimolare particolarmente la memoria, si può aumentare la dose a 2 volte al giorno, assumendone altre 30 gocce la sera prima di cena, per cicli di 3 mesi, con uno di stop. In tal caso, è opportuno consultare il proprio medico di fiducia o un erborista.