Hoarding, ovvero  quando le cose ti possiedono. Si inizia col non buttare mai via niente e si finisce con il perdere il controllo, sommersi da scatole e oggetti di cui si è dimenticato il contenuto.

La vita di un accumulatore compulsivo è stressante, non solo per le difficoltà oggettive del dover convivere quotidianamente con il caos e il disordine, ma anche per l’ansia che ne deriva. Chi soffre di questo disturbo, infatti, tende a viverlo con imbarazzo, isolandosi da amici e parenti ed evitando di esporsi al giudizio degli sconosciuti.

Hoarding: perché buttare via gli oggetti è così difficile

Dal punto di vista dell’accumulatore compulsivo tutti gli oggetti suscitano piacere, soprattutto nel momento in cui entrano in casa. Di contro, pensare di separarsene mette a disagio o spaventa: anche le cose più inutili, infatti, diventano irrinunciabili e necessarie.

Alcuni esperti hanno ipotizzato che tale disagio si possa riflettere anche nella vita digitale, rendendo impossibile cestinare newsletter, fare spazio sul telefono o sul pc buttando via foto o documenti.

L’importanza di chiedere aiuto

Un segnale da non sottovalutare, secondo gli esperti, è la quantità di disordine accumulato. Se utilizzare alcune stanze diventa difficile, se fare le pulizie è eccessivamente faticoso o se si inizia a provare disagio al pensiero che qualcuno veda le condizioni in cui versa la casa, forse è il caso di chiedere aiuto. Perché la situazione è diventata realmente troppo difficile da gestire.

Tuttavia, imporsi da soli di cambiare vita non è quasi mai sufficiente: in questi casi, infatti, è necessario il supporto di un professionista.

Con una distinzione di base: un conto è l’accumulo seriale, un altro è il disordine mirato. Lo stile cluttercore, infatti, è un caos controllato, esteticamente piacevole e curato nei minimi dettagli.