Il falso prodotto di casa nostra continua ad essere venduto dal gigante dell’e-commerce

 

C’è anche il prosecco taroccato, ma pure brutte copie di parmigiano reggiano, grana padano, gorgonzola, pecorino, l’olio extravergine pugliese e quello toscano contraffatti nella lista di “made in Italy” contraffato e venduto dal colosso cinese Alibaba, tra le più grandi piattaforme web di vendite on line al mondo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della multa da 18,2 miliardi di yuan (pari a 2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante annunciata dalle Autorità cinesi nei confronti del gigante dell’e-commerce con gli occhi a mandorla.

Lo scorso 25 marzo si è rinnovato rinnovato l’accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole, l’Istituto repressione Frodi (ICQRF) e il Gruppo Alibaba per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. “Un impegno che – riferisce la Coldiretti – ha permesso lo scorso anno di far rimuovere nell’alimentare ben 24 referenze italiane contraffatte, la cui diffusione è favorita anche dalle difficoltà provocate dalla pandemia Covid”.

“Accanto ad esperienze positive di successo la rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding – sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo supera per fatturato i 100 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale.”