Chi soffre di insonnia sperimenta una fastidiosa difficoltà nell’iniziare il sonno, oppure nel mantenerlo nel corso della notte.

Esistono quattro diverse tipologie di tale disturbo, ovvero: l’insonnia iniziale, quella di mantenimento, la tardiva e la mista.

Insonnia: i sintomi

I sintomi includono difficoltà di addormentamento, risvegli notturni ripetuti e prolungati oppure anticipati al mattino presto. In alcuni casi, tuttavia, può essere presente anche un mix dei disturbi precedenti.

Per affermare che si soffre di insonnia, generalmente si fa riferimento alla frequenza con cui si manifesta la sintomatologia. E cioè se ci si mette più di 30 minuti ad addormentarsi o a riprendere sonno dopo un improvviso risveglio nel cuore della notte, se questo accade più di 3 notti in una settimana e se si sperimenta tale condizione per almeno sei mesi.

Convivere con questo disturbo può avere conseguenze anche gravi sulla qualità della vita, dato che la carenza di sonno può comportare un aumento dei livelli di ansia e stress. Inoltre, le persone che non riescono a dormire bene possono lamentare sonnolenza diurna e difficoltà di concentrazione.

Le cause principali

Le cause alla base del disturbo possono essere molteplici: è il caso, ad esempio, di ansia, stress, carenza di magnesio, dell’assunzione di alcuni farmaci o di determinate patologie specifiche.

Inoltre, possono incidere sull’insonnia anche altri fattori come andare a letto troppo tardi, mangiare cibi troppo pesanti, alimentarsi in modo non corretto o abusare di caffè o di sostanze eccitanti.

Cure e rimedi

Per migliorare la qualità del sonno è importante curare l’alimentazione, praticare un adeguato esercizio fisico quotidiano, cenare presto e andare a letto non troppo tardi. Va tenuto presente, infatti, che dalle 22 alle 2 di notte l’organismo produce gli ormoni principali che favoriscono il sonno.

Via libera a camomilla, passiflora, valeriana e tiglio: queste bevande, infatti, sono ottime per favorire l’addormentamento, magari addizionate con melatonina.

Tuttavia, nei casi più seri, possono giovare cure psicologiche e comportamentali o cicli di terapie farmacologiche sotto stretta osservazione di un medico specialista.