La Basilica svelata. Santa Maria della Salute è tornata a mostrarsi ai veneziani nel suo antico splendore. Ieri sera in un gioco di luci che sono andate dall’azzurro, al giallo, al bianco, risaltandone la magnificenza; questa mattina nell’illustrazione puntuale del suo recupero architettonico, tra le mura della Biblioteca monumentale del Seminario patriarcale, anch’essa parte del grande restauro, dopo anni di “oscurità”.
“Due grandi doni che oggi tornano alla Città. Qui ci sono l’identità e la ricchezza del nostro Paese e di Venezia. Vedere la Basilica nel suo antico splendore è un ritorno alle origini della nostra Città” ha affermato l’assessore al Turismo Simone Venturini, intervenuto alla conferenza stampa convocata dal Patriarcato di Venezia. Ma l’assessore si è soffermato anche sul grande lavoro di squadra tra enti diversi: “Questo grande restauro è anche un modello da perseguire e implementare: una sinergia tra Seminario, Ministero e Comune di Venezia. Dobbiamo ricordare che i beni culturali ecclesiastici sono oltre la metà del nostro intero patrimonio artistico ed è doveroso che tutti si dedichino alla loro tutela e alla loro conservazione”.
Gli ha fatto seguito il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia: “Ci sono delle materie comuni tra Stato e Chiesa, una è l’arte. In tutta Europa ben l’80% del patrimonio artistico-culturale è stato creato dalle religioni e tutti noi siamo allora portatori di una storia che abbiamo ricevuto e che dobbiamo a nostra volta consegnare. I beni della Chiesa sono beni delle nostre città e ringrazio tutti coloro che ne riconoscono il legame e il grande valore”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati il recupero architettonico della basilica della Salute, il restauro complessivo dell’antica biblioteca del Seminario e il resoconto tecnico-economico degli interventi compiuti. Sono stati 3 anni di lavoro, 12.000 i metri quadri di ponteggio, 20 i tecnici restauratori, coordinati in un progetto nel quale sono conversi, per la sua vastità, aspetti artistici e storici, tecnici, finanziari e istituzionali.
Un restauro da 3 milioni e mezzo di euro, 400 mila con fondi propri, grazie a donazioni e soprattutto al grande telo pubblicitario che celava i lavori in corso delle facciate. Restaurato anche il portone centrale, gli infissi, i due campanili e la maestosa biblioteca: “3300 testi, che non comprendono solo le Vite dei Santi e le Bibbie, ma anche testi scientifici e matematici, di viaggio, la grande letteratura italiana e straniera o l’intera opera di Lutero. Essa è un polo culturale ed è la fede della Città” ha spiegato monsignor Fabrizio Favaro, rettore del Seminario e della basilica della Salute.
“Restituiamo a Venezia anche la Basilica delle origini, tanto cara ai veneziani: ieri sera alle 18, con lo spegnimento delle luci pubbliche e le successive riaccensioni con fari led, abbiamo voluto in qualche modo celebrare il momento e ringraziare tutte le istituzioni e maestranze che hanno operato su questo prezioso bene ecclesiale e culturale insieme” ha concluso don Gianmatteo Caputo, direttore Ufficio beni culturali del Patriarcato di Venezia.