E’ stata una visita inaspettata, annunciata qualche ora prima, ma molto gradita da parte dei produttori, quella avvenuta stamane da parte della Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova che si è recata al mercato agricolo coperto in Via Palamidese 3/5 a Mestre accompagnata dai candidati locali, la senatrice Daniela Sbrollini e l’onorevole Sara Moretto.
Guidata dal direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali e dal presidente Andrea Colla, ha fatto il giro del mercato soffermandosi con interesse a conoscere le aziende locali che ogni Martedi e Sabato mattina portano i loro prodotti dalla campagna. Ad attendere la Ministra vi erano anche i dirigenti di Coldiretti tra cui Davide Montino presidente di Agrimercato, Tiziana Favaretto vice presidente di Terranostra, Raffaella Veronese responsabile di Donne Impresa; è intervenuto Alessandro Faccioli di Impresa Pesca e Paolo Ferraresso presidente del Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Incalzata dal Presidente Colla che ha condotto gli onori di casa, la Ministra ha potuto conoscere i produttori ma anche le eccellenze agricole del territorio come il miele di barena, le verdure degli orti di Chioggia e quelle del Cavallino, la frutta di stagione, i formaggi tra cui il Montasio prodotto tipico veneziano, i salumi, la carne e i vini. Nel veneziano non si può certo dimenticare il ruolo dei pescatori che in questi giorni stanno vivendo momenti drammatici: a spiegarlo alla ministra oltre che Alessandro Faccioli di Impresa Pesca, ci ha messo tutta l’energia possibile, un allevatore di cozze, Francesco Ballarin che disperato per la situazione, ha raccontato della moria di cozze nell’area di Pellestrina. “Abbiamo bisogno del vostro sostegno- ha chiesto a gran voce alla Ministra Bellanova- il nostro settore è importante per tutta Italia, ma i problemi che stiamo vivendo in questi giorni, ci mettono a repentaglio la produzione”. Non poteva mancare un riferimento al tour de force che stanno affrontando imprese e professionisti: 187 sono già i versamenti secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) fatti al fisco. Per le aziende agricole dei settori più colpiti dalla pandemia, scatta il taglio del costo del lavoro in agricoltura con l’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole ma anche allevamento, itticoltura, pesca e dell’acquacoltura. Tali aziende godranno dell’esonero per i primi sei mesi del 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro per effetto delle norme contenute nel DL Rilancio, ora convertito in legge, e non dovranno pagare un importo complessivo di 426 milioni per il settore grazie alle sollecitazioni della Coldiretti accolte dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova “Un risultato importante per salvare lavoro ed occupazione in settori strategici del Made in Italy. In Veneto – ricorda Coldiretti – il fatturato del settore è pari a quasi 6 miliardi di euro: un valore strategico che esprime l’importanza della filiera del cibo con la necessità di difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”. Il team delle imprenditrici agricole veneziane guidate da Raffaella Veronese ha raccontato poi alla Ministra dell’esperienza ventennale del Progetto di Educazione alla Campagna Amica già attivo per guidare i bambini e i ragazzi sulla conoscenza delle istituzioni dei principi di trasparenza e legalità e dei modelli di sviluppo sostenibili. Proprio ad un giorno dall’apertura delle scuole ricorda che i genitori possono contare su questa opportunità gratuita cosi pure il corpo degli insegnanti che nei protagonisti della campagna hanno un sostegno diretto e un supporto utile. Il presidente Andrea Colla ringraziando la Ministra Teresa Bellanova per l’attenzione, la sollecita su un argomento cruciale per la nostra agricoltura “ è necessario dare dignità alle produzione agricole del nostro Bel Paese, affinchè non siano copiate e sia valorizzato il vero made in Italy partendo dal riconoscimento del valore del lavoro degli agricoltori. Le nostre imprese ci mettono la faccia anche nel rapporto con il consumatore, producendo cibo salubre ristoro prezioso in tutti i momenti, anche quelli meno felici, come è avvenuto durante il lockdown in cui gli agricoltori si sono prodigati per portarlo a domicilio, senza dimenticare le categorie più bisognose.”