asparago

Gli asparagi di Badoere IGP saranno i protagonisti della puntata di domani pomeriggio della trasmissione Geo & geo di Rai 3 condotta da Sveva Sagramola e Emanuele Biggi.

Dalle ore 17 circa due collegamenti in diretta vedranno Cesare Bellò, esperto della Coldiretti, dall’asparagiaia dell’imprenditore agricolo Aronne Basso a Levada di Piombino Dese per raccontare i sistemi di produzione e l’arte della raccolta degli asparagi di Badoere Igp fino al confezionamento e al rispetto del disciplinare che certifica il prodotto e garantisce il consumatore su origine e qualità.

La zona di produzione degli asparagi di Badoere è compresa tra le province di Treviso, Padova e Venezia, nel territorio che si estende a sud delle Prealpi venete in una fascia pianeggiante che collega idealmente il medio corso dei fiumi di risorgiva Dese, Sile e Zero.

Insigniti dell’IGP nel 2010, i turioni, ovvero la parte epigea della pianta, si presentano nelle due tipologie: bianca e verde.

Dal punto di vista documentale sono innumerevoli le fonti che annoverano l’“Asparago di Badoere” come una delle produzioni locali più pregiate del Veneto. Questa area ha caratteristiche molto particolari, fatta di terreni alluvionali, sabbiosi e ricchi di limo che rende il terreno molto fertile, capace di trattenere umidità e di garantire un efficace drenaggio. L’umidità del clima, insieme alla granulometria sottile del terreno, consentono all’asparago di crescere rapidamente fino ad ottenere turioni di grandi dimensioni, particolarmente teneri.

L’asparago bianco è ottenuto dalla completa assenza dell’esposizione ai raggi del sole durante la crescita. I germogli infatti vengono ricoperti da cumuli di terra che a loro volta sono coperti da un film oscurante, che lo proteggono dal freddo ed eliminano completamente la possibilità che si verifichi la fotosintesi clorofilliana. L’assenza di fotosintesi è la responsabile delle caratteristiche più peculiari di questo ortaggio, a cominciare dal colore madreperlaceo fino alla consistenza burrosa, alla completa assenza di fibrosità e, soprattutto, al sapore molto neutro e delicato che lo rende particolarmente pregiato.

Al contrario il prodotto verde viene ottenuto da una coltivazione non rincalzata, con il germoglio che emerge alla luce.

Non mancheranno nemmeno delle note di folklore trevigiano con la partecipazione della Pastoria del Borgo Furo e delle note storiche sugli allevamenti dei bachi da seta.

“La Marca trevigiane, il Veneto, l’Italia tutta vanta prodotti straordinari non solo al palato ma anche per quello che possono vantare come tradizione e storia di un territoriosottolinea Giorgio Polegato, presidente di Codliretti TrevisoSiamo orgogliosi che i nostri produttori siano i veri custodi di tutto questo. Buona visione”.