Cassa integrazione pagata dal Fondo FSBA tramite Ebav, i lavoratori e le lavoratrici si attrezzino per scaricare la Certificazione Unica necessaria per presentare la dichiarazione dei redditi. È l’appello di Nicola Atalmi (Cgil Treviso), Rudy Roffarè (Cisl Belluno Treviso) e Gianluca Quatrale (Uil Treviso) ai 20mila dipendenti delle aziende artigiane della Marca che nel 2020 hanno usufruito del sostegno della cassa integrazione.
Le indennità percepite durante l’anno vanno infatti dichiarate al fisco tramite la CU, ossia la Certificazione Unica; se il pagamento è stato effettuato direttamente dall’azienda, gli importi sono riportati nella CU consegnata dal datore di lavoro, mentre se i soldi sono stati versati direttamente dall’Inps o da enti o fondi bilaterali, è necessario recuperare la relativa CU.
In particolare, i lavoratori e le lavoratrici dell’artigianato che nel 2020 hanno percepito la cassa integrazione pagata da FSBA tramite EBAV, devono ottenere la Certificazione Unica registrandosi sul sito FSBA.
In alternativa è possibile chiedere la CU FSBA 2021 al proprio datore di lavoro, che però non è obbligato a consegnarla, oppure scaricarla dal proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate, tramite Spid.
“Il consiglio che diamo alle lavoratrici e ai lavoratoriaffermano Atalmi, Roffarè e Quatraleè di riporre attenzione sulla questione e di prendersi del tempo per scaricare il documento senza il quale non è possibile fare la dichiarazione dei redditi e poi, con la documentazione completa, di rivolgersi ai nostri Caf per la compilazione del 730”.
Rimane invece ancora non chiara la questione relativa agli assegni familiari maturati durante il periodo di sospensione da lavoro con FSBA: ad oggi Inps non ha fornito istruzioni per poterli richiedere, ma su questo i lavoratori che ne hanno diritto hanno tempo e gli sportelli sindacali forniranno informazioni in merito appena le cose saranno più chiare.
Infine il problema della contribuzione pensionistica legata al periodo di cassa per tutti coloro che a breve dovranno andare in pensione: i contributi figurativi non sono visibili in tempo reale nei sistemi informatici dell’Inps.
“In questo caso – spiegano Atalmi, Roffarè e Quatrale – consigliamo di avvisare il nostro patronato e fare per tempo un estratto contributivo per verificare i requisiti pensionistici”.