Titolare da mediano d’apertura a Monigo, Giacomo Da Re torna sulla partita giocata ieri dai biancoverdi contro Connacht:

Giacomo, che analisi dai alla sconfitta?
“La squadra è abbastanza delusa dal risultato, ci aspettavamo di portare a casa la partita per avanzare in quella che è la classifica generale dello United Rugby Championship. Se perdi subito consistenza contro squadre come Connacht, poi rincorri per il resto della gara ed è stato difficile. Il primo tempo è stato gestito un po’ male per quanto riguarda il kicking game e la conquista del territorio. Qui mi prendo le mie responsabilità perché è una cosa che rientra nei miei compiti. Abbiamo iniziato meglio il secondo tempo, siamo riusciti a giocare nella loro metà campo, a fare una meta e a gestire meglio le conquiste di campo”.

Cosa non ha funzionato nel primo tempo?
“Sicuramente giocare troppe fasi nella nostra metà campo, in una fase di inizio gara in cui bisogna studiare la squadra avversaria, è una cosa che ci ha messo abbastanza sotto pressione. Quindi noi dovevamo cercare di mettere pressione a loro, cercando di venire nella loro metà campo e continuare il nostro lavoro”.

Come spieghi la causa degli errori nella seconda frazione?
“La foga di rientrare in partita può essere un punto che ha messo un po’ in difficoltà la squadra. Prendere decisioni, essere chiari e avere il focus sul momento presente poteva fare la differenza. Ma sono cose che possono succedere durante la partita, l’importante è che siamo riusciti a ritornare in partita ed è un lato positivo espresso dai ragazzi”.

Nelle ultime gare ti stai ritagliando un buonissimo minutaggio, come valuti il tuo percorso di crescita?
“Sono molto soddisfatto di quello che è stato il mio lavoro in questi anni. Ho passato dei momenti difficili tra infortuni e tutto il resto, però ho comunque continuato a lavorare per migliorare come giocatore e come persona. Sono contento che mi sia stata data la possibilità di far vedere chi sono come giocatore. Ovviamente per me giocare fa creare quella confidenza che magari prima non avevo, che mi fa stare meglio in campo e crescere come giocatore”.