Dall’indagine condotta da EBiComLab e illustrata da Alessandro Minello – emerge come esista uno stato dell’arte del terziario ancora molto “light” con una digitalizzazione ancora non strutturata nel dna delle piccole imprese  – il convegno di EBiCom svoltosi questa mattina in Camera di Commercio ha messo in luce come, per affrontare sul serio la sfida digitale nel terziario trevigiano, occorrano molti fattori. Competenze, mentalità aperta e conoscenza della finanza agevolata in primis.

Il Presidente Mario Pozza, prendendo spunto dai dati, ha portato un saluto ricordando che “l’agenda digitale non è più rinviabile e che è necessario accompagnare le imprese “in mezzo al guado”, offrendo i giusti stimoli per affrontare nuovi investimenti”.

Per traghettare la larga fascia di prudenti e di diffidenti occorre un cambio di passo, un approccio nuovo, in una parola, la “mentalità giusta” perché social, chat, siti, ancora più e-commerce e cybersicurezza, come ha spiegato Lino Garbellini nel suo intervento a commento dei dati, non sono affidati al caso, non possono essere liquidati col classico “non abbiamo tempo di seguirli” , ma sono una realtà che va affrontata, inserita nella “routine lavorativa quotidiana” frutto di una formazione adeguata e mirata, di sviluppo di competenze, di valorizzazione di capitale umano che deve essere compiuto in azienda e con l’azienda, in un percorso di accompagnamento progressivo che parte dalla messa a fuoco degli obiettivi di ogni impresa.

La sfida, su cui oggi si sono confrontati parti sociali e parti datoriali, è una “sfida comune” che chiama tutti lavoratori, imprese, associazioni di rappresentanza al cambiamento ma – come ha ben illustrato Paolo Pesce, giù funzionario del Mise esperto in bandi e in finanza agevolata – occorre la conoscenza approfondita del panorama degli strumenti di finanziamento agevolati messi a disposizione dal Governo, dall’Europa e dalla Regione. In questo momento col Pnrr in Italia – ha sottolineato Pesce – ci sono 200 misure di finanziamento agevolato per imprese e partire iva, che, se messe insieme agli strumenti regionali, arrivano a 1200, un numero significativo che ci fa comprendere come sia importante avere le competenze giuste per scegliere il bando più giusto, lo strumento agevolativo più adatto ai bisogni delle imprese e come non ci si possa affidare al caso.”

Numeri e scenari che fanno riflettere chi già usa, almeno in parte, strumenti e tecnologie digitali e che chiamano in causa soprattutto le 15 mila imprese del terziario che ancora non usano internet in nessun modo.