La linfoadenomegalia è una patologia è caratterizzata dall’ingrossamento dei linfonodi, che può essere di diverso tipo.

Per giungere ad una diagnosi certa è necessario rivolgersi ad uno specialista che, oltre alla visita medica e all’anamnesi, potrà prescrivere esami del sangue mirati, ma anche ulteriori test (come, ad esempio, la linfografia, la TAC e la risonanza magnetica).

Linfoadenomegalia: che cos’è

Entrando nel dettaglio, con il termine “linfoadenopatia” si intende la tumefazione dei linfonodi e ciò sta ad indicare un ingrossamento abnorme degli stessi. Generalmente, questo disturbo si manifesta nel collo, nelle ascelle, nell’inguine, nel torace e nei pressi delle clavicole.

Di contro, si parla di linfoadenomegalia quando i linfonodi superano i 2 centimetri di diametro.

Sintomi e cause

La sintomatologia comporta l’ingrossamento dei linfonodi, principalmente quelli del collo, delle ascelle, dell’inguine, del torace e delle clavicole.

Tuttavia, i sintomi potrebbero restare circoscritti a una determinata area, oppure estendersi anche al resto del corpo. Inoltre, è bene tenere presente che le linfoadenopatie di fatto possono presentarsi come sintomo, ma anche come conseguenza di altre patologie.

Le cause, dunque, possono spesso essere infiammazioni, infezionitraumi. Se, invece, la patologia si presenta in varie aree del corpo potrebbe essere il campanello di allarme di altre malattie come, ad esempio, AIDS, tumori, linfomi, alterazione della produzione endocrina,  tubercolosi, toxoplasmosi, mononucleosi o brucellosi.

Cura e prognosi

La cura e le terapie dipendono dalla natura e dalla gravità della condizione. Una volta accertata (o fugata) la presenza di altre patologie, lo specialista potrà prescrivere l’assunzione di determinati farmaci o soluzioni chirurgiche ad hoc.

Alla luce di tutto questo, dunque, anche la prognosi dipende da diversi fattori. Su quest’ultima, infatti, incidono: tempestività di intervento, fattori scatenanti, gravità della condizione, età e stato di salute del paziente.