“Credo che oggi sia una giornata epocale. Siamo qui infatti per raccogliere il grido che parte spesso da questi territori montani”. Lo ha detto l’assessore regionale alla specificità di Belluno Gianpaolo Bottacin intervenendo nel corso della seduta straordinaria del consiglio veneto sulla Marmolada per discutere la mozione relativa al Protocollo d’intesa sottoscritto il 13 maggio 2002 tra Veneto e Trentino Alto Adige sui confini.
Bottacin ha sottolineato che la questione si inserisce in un contesto caratterizzato da “un grande equivoco”, cavalcando il quale “qualcuno ha fatto credere che Venezia avrebbe potuto garantire a Belluno lo stesso trattamento delle province del Trentino Alto Adige concedendo l’autonomia amministrativa. Così non è. L’autonomia amministrativa è già stata realizzata in gran parte. In materia di urbanistica, caccia e pesca, traporto locale, canoni idrici la Provincia già decide autonomamente. Ma è una cosa diversa da quella delle province della vicina regione a statuto speciale. Per avere le stesse condizioni l’autonomia amministrativa non basta, nonostante l’attenzione che la Regione pone da sempre al territorio montano”.
“Tutte le azioni fatte – ha aggiunto – sono poi inficiate da due elementi. Il primo è quello che ha fatto il governo Monti eliminando i trasferimenti dello Stato: Belluno è passata da 28 milioni all’anno a zero. Il secondo è la legge Delrio che ha spogliato le Province delle materie e tagliato il personale. La Regione ha invece portato da 17 a 40 i milioni trasferiti alla provincia bellunese che vengono usati per colmare il gap creato a livello governativo. Il 53% del bilancio provinciale è ora costituito da risorse regionali, mentre fino al 2011 le risorse regionali ne costituivano il 19%”.
“Ciò che ci serve oggi – ha concluso Bottacin – è un’autonomia vera, quella che il Veneto ha chiesto con il referendum del 22 ottobre e non è solo una questione di soldi, anche se l’82% dei tributi oggi va allo Stato, ma anche di regole e di leggi che vorremmo poter fare senza vedercele impugnare dal governo. Abbiamo bisogno di un’autonomia vera perché abbiamo dimostrato di essere un’eccellenza e che potremo fare ancora meglio. La battaglia per il riconoscimento di una maggiore autonomia servirà a superare anche il grande equivoco in cui sta vivendo la provincia di Belluno: se la torta sarà grande per il Veneto, la fetta di Belluno sarà grande. Ma se la torta continua a essere piccola per il Veneto, anche la fetta per Belluno non potrà mai esser grande per quanto sforzi faccia il Veneto. Occorre però pensare in grande anche a livello locale per sviluppare questo territorio, altrimenti sarà inutile guardare al Trentino Alto Adige”.