INSIEME è l’acronimo di “Implementazione di Nuovi Sistemi Inter-istituzionali e di Equipe Multidisciplinari per prevenire l’Esclusione sociale delle famiglie”, si tratta di un cambio di paradigma per affrontare appunto “insieme” quei casi che possono precludere ad una persona, il cui contesto familiare è difficile, la possibilità, ad esempio, di accedere alle stesse opportunità di un altro figlio, o figlia, nati in un’altra famiglia, limitando i percorsi che danno origine a disuguaglianze sociali.

Gli interventi sono rivolti alle famiglie a rischio di marginalizzazione ossia quei nuclei a basso capitale sociale e relazionale che provengono da storie generazionali problematiche. S

pesso il basso capitale relazionale si traduce in povertà educativa, a discapito dei minori che accumulano situazioni di svantaggio relazionale ed economico.   

“L’obiettivo – riferisce l’assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin – è promuovere l’integrazione sociale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, combattendo anche la povertà che colpisce i bambini e le bambine.”

Attraverso un bando approvata ieri dalla Giunta regionale, il cui ammontare ha un valore di 10 milioni, a valere sul PR FSE + 2021-2027, si svilupperanno progetti per un arco di 30 mesi.

“Giova ricordare – riferisce l’assessore – come nella nostra regione il livello dei servizi sia di buona qualità, vi è però la necessità di fare rete e di rafforzare le capacità di presa in carico in particolare delle famiglie multiproblematiche”.

Tali famiglie, note ai servizi sociali, normalmente hanno una caratteristica, più di un componente del nucleo ha interazioni con i servizi socio-assistenziali e/o socio-sanitari con un dispendio di energie importante, non sempre però l’efficacia della risposta ha i risultati attesi.

“La proposta che si delinea con un apposito bando – dice l’assessore – è quella di una presa in carico globale. Tutti gli operatori saranno chiamati a lavorare insieme ed in modo integrato, operatori dei servizi sociali, dei servizi socio sanitari, della scuola, il tutto per un’integrazione univoca con la famiglia sulla base di un progetto concreto.”

In questo modo sarà possibile potenziare la capacità complessiva degli interventi di contrasto al rischio di povertà, anche infantile, rafforzando il sistema di collaborazione tra i soggetti coinvolti nei processi di presa in carico degli utenti (case management) e così migliorare la sinergia verticale e orizzontale tra i servizi, le strutture regionali, gli ambiti territoriali sociali, i servizi socio-sanitari delle Aziende ULSS rivolti a persone con disabilità o non autosufficienti, ivi compresi i Servizi dell’Infanzia, Adolescenza Famiglia e Consultori, i Servizi di Integrazione Lavorativa (SIL), i dipartimenti per le dipendenze (Ser.D), i servizi per la salute mentale e gli altri operatori pubblici e privati che operano in sussidiarietà con i servizi pubblici.

“Ci attendiamo che tutti i 21 Ambiti Territoriali Sociali si attivino per un progetto territoriale, ed è per questo -, anticipa l’assessore – che nei prossimi giorni incontrerò, assieme ai tecnici regionali, i rappresentanti degli Ambiti per spiegare i contenuti di questa importante deliberazione dalla Giunta regionale.”

“I soggetti proponenti possono essere enti accreditati alla formazione continua e/o superiore e va detto che è possibile, tra gli altri, coinvolgere nel partenariato facoltativo le Università e/o gli enti di ricerca – sottolinea Elena Donazzan, assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro -. Si tratta di un elemento importante che dimostra quanto questa iniziativa possa essere la migliore occasione per sostenere le famiglie a rischio di esclusione, facendo leva sui canali che portano al lavoro e, quindi, all’indipendenza economica. In sostanza un modo per offrire adeguati strumenti di emancipazione a chi si trova in maggiori difficoltà”.