“Prendiamo atto con grande rammarico della decisione maturata in queste ore” ha dichiarato il Sindaco di Cortina d’Ampezzo Gianpietro Ghedina “La macchina organizzativa era pronta a ospitare le Finali e Cortina avrebbe dimostrato tutta la capacità nel fronteggiare eventuali situazioni di difficoltà o persino di emergenza. La decisione, purtroppo, riflette un problema di comunicazione da parte del nostro paese sull’emergenza sanitaria in corso. Ne consegue un danno per tutto il settore economico turistico e sportivo. Nonostante questo Cortina saprà reagire”.

Gianpietro Ghedina, laconico, ha così fatto eco al commento del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Queste le parole del Governatore:

“Rispetto alle Coppa del Mondo di Sci ho tenuto contatti tutti i giorni con Malagò, ho sentito più volte il Presidente della FISI Roda, ho sentito il sindaco Ghedina e abbiamo lavorato in squadra per poter svolgere le finali della coppa del mondo di sci a porte chiuse. L’esito purtroppo è quello che dobbiamo rinunciare alla Coppa del Mondo di Sci per l’emergenza coronavirus”. 

“Devo anche dire che la Regione, in accordo con la FISI, aveva presentato una dichiarazione che testimoniava come Cortina non abbia presenza di persone positive e che comunque la situazione sanitaria è sotto controllo. Questo però dà anche una dimensione della percezione che c’è all’estero, sui tavoli internazionali, delle nostre comunità e dell’Italia”.

“Quindi, bisogna pensare che è a una emergenza si somma una seconda non meno grave emergenza: quella economica – continua il presidente – occorre che, a tutela delle attività, delle imprese, della libera circolazione dei cittadini, sia recuperata sotto il profilo reputazionale l’immagine del Paese, attualmente e per chissà quanto tempo ancora percepito dalla comunità internazionale come un problema. Bisogna assolutamente e urgentemente svolgere un’azione di recupero e che il Governo lavori a fondo, non soltanto e soprattutto sul piano della diplomazia, ma anche con campagne di comunicazione, considerato che non si può parlare di un problema soltanto italiano ma ormai europeo e mondiale. Abbiamo la colpa di avere fatto troppi tamponi per precauzione, ciò che ora ci pone all’avanguardia della ricerca mondiale? Non dobbiamo per questo pagarla sul piano internazionale per un problema che riguarda tutti i Paesi”.