Guardia di finanza arte
Guardia di Finanza 26-09-2013

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia hanno concluso l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Verona, che ha consentito di sequestrare e di porre fine al commercio illecito di numerose opere d’arte
false. Opere attribuite a Filippo DE PISIS, Giacomo BALLA, Piero DORAZIO e Tancredi PARMEGGIANI.
Nell’ambito della stessa indagine è stata accertata la commercializzazione di 11 opere d’arte falsamente attribuite, tra gli altri, ad artisti di fama mondiale del calibro di Giorgio DE CHIRICO (un dipinto), Mario SCHIFANO (un dipinto) e Pablo PICASSO (una scultura). Le opere sono state tutte cedute tra il 2019 e il 2022 ad un professionista di Belluno, per mano di un mercante d’arte di Verona.

L’indagine

L’indagine trae origine da una attività intrapresa dalle Fiamme Gialle lagunari dedicata al controllo economico- finanziario del mercato dell’arte mediante l’analisi delle operazioni commerciali svolte dagli operatori del settore (gallerie, case d’asta e commercianti) sia sotto il profilo fiscale, sia per i relativi obblighi antiriciclaggio.
Nel corso delle attività è stata focalizzata l’attenzione su una serie di compravendite di opere d’arte molto richieste dal mercato che venivano proposte a prezzi fortemente concorrenziali nei territori del bellunese e veronese da oltre due anni.

Erano “croste”

Dopo aver effettuato i necessari accertamenti per provarne l’autenticità, ponendo in visione sia le opere sia le relative certificazioni di autenticità agli Archivi e/o Fondazioni competenti (organi preposti all’archiviazione delle opere), è stato possibile dirimere i dubbi.  Chiara fin da subito la falsità dei dipinti e quella degli expertise utilizzati dal mercante, ora indagato, per convincere gli acquirenti della bontà delle “croste” che poneva in vendita.
A conclusione dell’attività di polizia giudiziaria, è stato segnalato all’autorità giudiziaria. il mercante d’arte della provincia di Verona per i reati di truffa aggravata, ricettazione e commercio di 11 opere d’arte contraffatte. In fase di indagini, il mercante scaligero è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e ad una serie di accertamenti finanziari che ne hanno delineato un profilo commerciale particolarmente sviluppato su tutto il
territorio nazionale.