Addio sigarette all’ingresso del Ca’ Foncello, neppure se elettroniche. Soprattutto per i primari. Da ora in poi i fumatori che frequentano l’ospedale di Treviso, e non solo, avranno vita più difficile. L’Usl 9 si è appena dichiarata “Azienda libera dal fumo”, riducendo al minimo la possibilità di accendere una bionda.
Le nuove Regole
Le nuove regole sono contenute in un regolamento, fresco di approvazione, che rafforza la normativa europea e ministeriale vigente. Quest’ultima già sanziona il fumo nei pressi di ospedali, istituti pediatrici, reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia, ora il direttore generale Francesco Benazzi ha reso ancor più rigida l’applicazione, prevedendo ulteriori limitazioni in tutte le struttura dell’Usl 9. «Noi come azienda fatta di medici e personale sanitario, dobbiamo dare l’esempio. L’ospedale e le sue articolazioni sono anche spazi di promozione della salute. Questo è un modello operativo per andare verso un’azienda libera dal fumo» ha ribadito il dg. Da ora in poi sarà vietato fumare in tutti i locali e spazi chiusi dell’azienda sanitaria trevigiana, ma anche nelle ambulanze e nei mezzi in dotazione al personale. Non fanno eccezione le aree esterne degli edifici, a cominciare dall’entrata principale dell’ospedale di Treviso dove sono comparsi i cartelli di divieto.
Addio sigaretta
Sigaretta bannata anche su pianerottoli e affacci. E nel nuovo regolamento Benazzi incarica il personale medico e amministrativo a controllare. In alternativa, potranno esserci dei dipendenti, muniti di apposito cartellino identificativo,e autorizzati a sanzionare chi non rispetta le norme. Per i trasgressori le multe saranno salate (da 27,50 euro a 275 euro). Somma raddoppiata nel caso in cui l’infrazione avvenga in presenza di una donna incinta, lattanti o bambini fino ai 12 anni. Qualora fossero i controllori a infrangere i divieti scatteranno multe dai 220 euro a 2.200 euro. «Nel territorio di competenza dell’Usl 9 il numero dei fumatori adulti tra i 18 anni e i 69 anni si attesta intorno ai 60 mila» evidenzia l’Usl 9. Un problema di salute pubblica che va affrontato «attraverso maggiori restrizioni e avvertenze per dissuadere i consumatori dall’acquisto e dal consumo di prodotti a base di tabacco e nicotina».
Gian Nicola Pittalis