Ritrovato e riconsegnato al legittimo proprietario tra la commozione generale un cappello da Alpino smarrito da decenni.

Questa storia arriva da Meduna di Livenza, piccolo centro incastonato tra le province di Treviso, Venezia e Pordenone, in cui sensibilità e attenzione verso il prossimo resistono ancora alla frenesia e all’indifferenza dilagante.

L’anonimo cappello da Alpino è stato ritrovato dal campione di pallavolo 24enne Andrea Tolot, il quale recentemente ha acquistato una vecchia casa a Meduna per coronare il suo sogno d’amore con la sua fidanzata.

Militante nel Pordenone Volley, Andrea Tolot ha rinvenuto il prezioso cappello nella cantina dell’abitazione in mezzo a tante altre cianfrusaglie coperte di polvere dal tempo.

“Andrea ha dimostrato grande sensibilità perchè invece di limitarsi a buttare quel vecchio cappello polveroso che era anche tutto schiacciato, mi ha telefonato una settimana fa”, racconta il sindaco di Meduna Arnaldo Pitton, “Nonostante le condizioni precarie, era chiaro che si trattava di un cappello da Alpino e quindi gli ho chiesto di portarmelo in municipio che avrei provato a trovare il proprietario”.

Il paese è piccolo ed il sindaco Pitton ha fatto facilmente circolare la notizia del ritrovamento. “Dopo qualche giorno mi ha chiamato un altro concittadino, l’imprenditore in pensione Mario Panontin”, continua il primo cittadino, “chiedendomi di poterlo vederlo”.

Il luogo del ritrovamento infatti corrispondeva ad un luogo frequentato da diverse persone della famiglia Panontin. Il sospetto che fosse quella del vecchio padre Ugo Panontin, reduce alpino della Seconda Guerra Mondiale, era quindi forte.

E così è stato: il cappello è stato immediatamente riconosciuto.

Questa mattina -con profonda emozione da ambo le parti- il cappello da Alpino è tornato nelle mani del discendente diretto del suo proprietario.

“Erano anni che Mario Panontin cercava il cappello del padre”, commenta Pitton, “Poterlo tenere inaspettatamente di nuovo tra le mani è stata una grande emozione”.

Durante la consegna del cappello Mario Panontin ha ricordato la figura paterna. Ugo Panontin, conosciuto in paese come Nino, classe 1916, era stato inviato a combattere in Grecia ed in Albania durante la Seconda Guerra Mondiale. Al termine era stato ospite per qualche tempo dell’ospedale dell’isola veneziana Sacca Sessolo a causa delle privazioni subite. Meno di un anno fa è morta alla soglia dei 103 anni la vedova del reduce alpino, Vincenza Berri, lucidissima fino all’ultimo giorno.