Satira sul mondo del teatro, con i suoi successi e fallimenti.
Dall’1 al 3 marzo va in scena il testo di Pablo Remón

Anna Velasco è un’attrice, alla ricerca di fama. Diego Fontana è un regista di successo pronto a mettere tutto in discussione. Tra loro un autore accusato di plagio. Venerdì 1 marzo, alle ore 20.30, debutta al Teatro Del MonacoCiarlatani con Silvio Orlando. La commedia di Pablo Remón porta in scena quattro attori coinvolti in un viaggio attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro, una riflessione sul successo e sul fallimento, dentro e fuori la finzione. Storie raccontate in parallelo, che si alimentano a vicenda, specchio degli stessi temi. Una narrazione teatrale, con un’aspirazione romanzesca e cinematografica.

Lo spettacolo, prodotto da Cardellino srl, Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è in scena fino a domenica 3 marzo. Sul palcoscenico anche Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi.

La storia, traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes, racconta le vicende di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro. Anna Velasco è un’attrice la cui carriera è in fase di stallo. Dopo aver recitato in piccole produzioni di opere classiche, lavora come insegnante di pilates e nei fine settimana fa teatro per bambini. Tra soap opera televisive e spettacoli alternativi, Anna è alla ricerca del grande personaggio che la farà finalmente trionfare. Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali che si sta imbarcando in una grande produzione: una serie da girare in tutto il mondo, con star internazionali. Un incidente lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ripensare la sua carriera. Due personaggi collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ‘80, scomparso e isolato dal mondo. Storie che per 110 minuti racconteranno altre storie.

Note di regia di Pablo Remón

Ciarlatani sono anche diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari. Il racconto di Anna ha uno stile eminentemente cinematografico, con un narratore che ci guida, e in cui sogno e realtà si confondono. La storia di Diego è un’opera teatrale più classica, rappresentata in spazi più realistici. E infine c’è, a mo’ di pausa o parentesi, un’autofiction in cui l’autore dell’opera a cui stiamo assistendo si difende dalle accuse di plagio. Queste storie sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi. L’insieme è costruito con capitoli in parte indipendenti, che formano una struttura più vicina al romanzo che al teatro. L’intenzione è che Ciarlatani sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica.