Una pastora
Una pastora

Pastore e malgare in cammino da Nord a Sud d’Italia: almeno una volta all’anno, compiono un percorso minimo di 50 chilometri fino ad un massimo di 470, le allevatrici di Coldiretti spostano mandrie e greggi da una regione all’altra arrivando addirittura fino in Germania nella Foresta Nera. Sono i dati elaborati da Donne Impresa Veneto che, ad un anno dal riconoscimento della transumanza quale patrimonio immateriale dell’Unesco, fa il punto della situazione. “Questo mestiere – spiega Chiara Bortolas presidente regionale – continua a manifestare un rinnovato interesse per le giovani diplomate o laureate anche in discipline non necessariamente scientifiche. Hanno una vocazione per l’ambiente, tutelano le razze in via d’estinzione e si specializzano nell’arte casearia come normale conseguenza all’allevamento. Mettono in campo i propri talenti: la trentina Cheyenne, ad esempio,  usa i social per condividere con i followers le sue giornate tra le pecore, Carmela in Puglia cavalca sui tratturi a fianco dei capi bovini e nonna Rosalia  a Cavarzere nel veneziano è riuscita a mantenere tre figli all’università seguendo per una vita intera gli spostamenti del suo gregge.

“Con la normativa approvata appositamente per inserire anche il Veneto nel Comitato transnazionale – spiega Chiara Bortolas responsabile regionale delle imprenditrici agricole – sono iniziati i lavori per la costituzione della prima “via dei pascoli” nel vicentino, con il comune di Bressanvido capofila dei paesi attraversati dalla storica discesa delle vacche della Famiglia Pagiusco da Asiago fino alla pianura. L’offerta del molisano Nicola Di Niro, promotore del comitato italiano è quella di entrare nel coordinamento internazionale per procedere ad una mappatura dei tracciati che dalla Sicilia arrivano fino in Lapponia e sviluppare così nuove opportunità turistiche, sociali ed economiche. Una sfida da cogliere, che darà motivi di confronti diplomatici e possibilità di relazioni mondiali, soprattutto prestigio a quanto fatto fino ad ora.  Gli orizzonti si sono già aperti con le adesioni di Francia, Albania, Austria, Grecia e Svezia”.

“Nello spostamento di bovini e ovini alla ricerca di prati adatti non c’è solo un’abitudine tramandata da intere generazione c’è soprattutto una prassi ecosostenibile che porta bovini e ovini alla ricerca di prati adatti alla buona alimentazione necessaria alla produzione di latte, carne di alta qualità. La nota dolente viene dalle sanzioni e dalle diverse disposizioni che ogni amministrazione applica a chi svolge questa attività di pastore transumante –  sottolinea Chiara Bortolas – non è semplice in un contesto sempre più urbanizzato trovare siti disponibili dove sostare con le greggi, altrettanto difficile è improvvisare tragitti alternativi tra divieti e permessi imposti da varie autorità di controllo”. Tra gli obiettivi dell’impegno delle imprenditrici c’è anche l’armonizzazione dei regolamenti previsti.